“La montagna abruzzese ha bisogno di interventi di sostegno rapidi ed efficaci. Ci sono fondi che sin dall’origine sono stati destinati alle revisioni e costruzione di impianti di risalita che per varie ragioni sono rimasti inutilizzati da decenni. In un momento simile non possono più restare inspiegabilmente chiusi nel cassetto e, secondo la nostra associazione, dovrebbero essere utilizzati per integrare il plafond di ristori che la Regione Abruzzo ha individuato per l’industria della montagna”. All’indomani della decisione da parte del ministro Roberto Speranza di prorogare ulteriormente l’apertura degli impianti di risalita il presidente abruzzese dell’associazione delle aziende esercenti il trasporto a fune in concessione (Federfuni Abruzzo), Fabrizio Di Muzio, insieme ai colleghi delle altre stazioni sciistiche abruzzesi interviene per chiedere immediati ristori al settore che rischia il tracollo. “Al presidente Marsilio chiediamo di dirottare immediatamente i 3 milioni di euro della legge regionale 44 del 2004 per sostenere la crisi di liquidità che sta colpendo duramente tutte le stazioni invernali. Dopo una stagione 2019-2020 che ha visto una carenza di precipitazioni nella prima parte e la chiusura totale nella seconda, una stagione di chiusura totale come la presente rischia di mettere finanziariamente in ginocchio molte stazioni che potrebbero non essere in grado di aprire neanche nella stagione 2021-2022. Per questa ragione al presidente Marsilio abbiamo chiesto di utilizzare subito per sostenere l’industria della montagna, i fondi che non vengono utilizzati da oltre 17 anni e che sono regolarmente iscritti al bilancio della Regione. Da marzo dello scorso anno gli impianti sono fermi a causa della pandemia e probabilmente resteranno così fino al prossimo mese di dicembre” ha aggiunto il presidente di Federfuni Abruzzo. “Un blocco di venti mesi che nessuno riuscirà a sostenere da solo. Ci sono, obbligatori, i costi di manutenzione degli impianti, di preparazione delle piste, legati alla sicurezza, all’innevamento programmato, al personale tecnico che è indispensabile per programmare l’avvio della stagione, ai canoni di concessione da corrispondere ai Comuni. Un impegno economico molto pesante: al 1 dicembre sono spesi e pagati oltre il 70% dei costi di gestione annuali, che devono essere compensati dal lavoro invernale”. “A Marsilio – conclude Di Muzio – chiediamo ogni sforzo possibile per sostenere la montagna abruzzese. Se ci sono fondi che in 17 anni nessuno ha speso essi dovrebbero essere dirottati immediatamente per questa che è una vera emergenza. Non si vive di sola cassa integrazione e le aziende da sole non ce la fanno più. Serve responsabilità , questo è il momento di scegliere se sostenere veramente chi traina il prodotto interno lordo delle aree interne della regione o se disperdere il grande capitale sociale costituito dalla rete di stazioni invernali abruzzesi che danno lavoro a migliaia di addetti”.
“La decisione di non dare il via alla stagione sciistica mette ancora più in crisi tutto il comparto turistico abruzzese. Dagli impianti, agli alberghi fino ai ristoratori. La situazione ora si fa veramente critica e per alcuni tragica. Comprendiamo bene che al primo posto ci deve essere la salute dei cittadini, ma è anche vero che è arrivato il momento di mettere in campo una programmazione solida non solo del piano vaccinazioni, ma anche e soprattutto per il rilancio del turismo nella nostra regione soprattutto nei prossimi mesi estivi. Mancare anche questo appuntamento con l’estate significherebbe condannare alla fame migliaia di famiglie”.
E’ quanto scrive Alessandro Amicone, presidente dell’associazione Roccaraso Futura in una lettera aperta al Governo Draghi e alla Regione Abruzzo.
“Per questo motivo – aggiunge - lanciamo la proposta al Governo nazionale e a quello regionale, da subito, di istituire un tavolo di confronto con tutte le categorie interessate per fare in modo che l’estate 2021 sia l’estate della rinascita. Soprattutto al Governo nazionale e al Ministro del Turismo chiediamo che venga messa in campo subito una campagna per invitare gli italiani ad andare in vacanza in Italia anche con la creazione di appositi voucher. Al Governo regionale – sottolinea - chiediamo di sostenere  – in maniera uniforme – tutti i comuni con dei fondi che possano andare oltre i ristori e che possano essere lo strumento per rendere il nostro turismo più accattivante e competitivo. Non c’è più tempo da perdere, l’estate 2021, per noi che operiamo nel settore del turismo, è l’ultima speranza. Aiutateci a non farla svanire”.