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PESCARA. Il collegio del Tribunale di Pescara ha disposto una super perizia sui device del patrigno orco che aveva abusato di una dodicenne. Una storia drammatica e al tempo stesso delicata. I fatti sono avvenuti in un paese del Centro Abruzzo. Il patrigno orco, siciliano di 44 anni, era stato incastrato grazie alle telecamere e alle cimici piazzate in casa dai carabinieri, che erano intervenuti in tempo reale, arrestandolo in flagranza di reato lo scorso anno. La minore aveva parlato delle attenzioni morbose dell’uomo ad un’amichetta e quest’ultima aveva riferito tutto al padre naturale della 12enne, che aveva denunciato l’accaduto. Sono così scattate le indagini, da cui è emerso che le attenzioni dell’uomo, un pluripregiudicato, nei confronti della ragazzina erano andate avanti per circa un anno: dall’estate 2022 a quella del 2023. Così i carabinieri, dopo aver installato le telecamere in casa, avevano assistito alla violenza in diretta, intervenendo prontamente. Il 43enne aveva reagito ai militari, oltraggiandoli. Il 44enne lo scorso marzo era finito sotto processo assieme alla compagna, la madre della minore, accusata di violenza sessuale in concorso, per responsabilità omissive. A lei il Tribunale per i minorenni aveva sospeso la potestà genitoriale. I giudici del Tribunale di Pescara hanno ora incaricato un perito per esaminare nel dettaglio i filmati osceni e le intercettazioni ambientali effettuate dai carabinieri da cui dovrebbero emergere le violenze. La minore intanto si trova in una struttura protetta ma a breve potrebbe rientrare a casa, dal padre biologico.

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