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SULMONA – Si è finto positivo al Covid-19 per qualche ora, pur di fare uno scherzo al suo amico affetto da alcune patologie che, nel frattempo, aveva allertato i suoi contatti più stretti, facendo scattare le misure preventive del caso. La vicenda che ha dell’incredibile si è verificata nei giorni scorsi in un centro peligno e ha lasciato a bocca aperta quanti sono incappati nello scherzo di cattivo gusto. Sarà stata l’aria del Carnevale che, in tempo di pandemia, è sicuramente da reinventare. Ma episodi come questi sono da stigmatizzare. Senza se e senza ma. Da quanto si è appreso un giovane residente in Valle Peligna avrebbe simulato di aver contratto il virus, mandando un whatsapp al suo coetaneo affetto da patologie, che aveva incontrato il giorno prima. E’ scattato quindi il panico nonché la giusta preoccupazione. Nel nucleo familiare della fidanzata del malcapitato amico del finto positivo, è partita la trafila dei messaggi per l’isolamento preventivo. Una serie di famiglie che sono state chiamate in causa per prevenire la diffusione di un contagio che, in realtà, non c’è mai stato. Addirittura è stata coinvolta anche un’attività commerciale con il proprietario che si è subito attivato per far eseguire una capillare sanificazione degli spazi. Incredibile ma vero. Quando il  giovane ha comunicato che era tutto uno scherzo, è salita la rabbia, soprattutto da parte delle famiglie tirate in ballo nel “tracciamento fai da te”, ovvero il solito giro di telefonate che si fa in paese. Il titolare dell’attività commerciale annuncia che oggi stesso (lunedì, ndr) depositerà una querela nella locale stazione dei Carabinieri. “Sono state tirate in ballo anche persone con patologie e scherzi di questo tipo sono proprio intollerabili, anche perchè possono provocare serie conseguenze. C’è chi ha sofferto per il Covid e dopo un anno di pandemia non si può passare sopra certi comportamenti”- si sfoga  una delle persone coinvolte che, tra le altre cose, ha dovuto sostenere anche i costi della sanificazione del suo negozio. Insomma la curiosa vicenda finirà probabilmente al vaglio dei Carabinieri. Dalle prime verifiche non si configurerebbe la simulazione di reato ma i militari, in base alla deposizione e al testo della querela, verificheranno se c’è qualche reato riscontrabile, nei confronti delle persone coinvolte e dell’autorità sanitaria. Al di là dei risvolti, l’episodio assurge alle cronache per la sua particolarità e per la necessità di rilanciare ancora una volta un appello per i comportamenti virtuosi in una fase dell’emergenza pandemica che resta osservata speciale.

Andrea D’Aurelio

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