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“Bene le promesse, ora i fatti”. Tutti d’accordo i presidenti degli ordini forensi dei cosiddetti tribunali minori, secondo i quali salvare i presidi si può e si deve, per ragioni di efficienza, sicurezza e vicinanza al cittadino. Il 31 dicembre 2025, la data ultima della sopravvivenza in proroga, non è lontana. Per questo da Sulmona riparte la battaglia per la salvaguardia del presidio di legalità. L’altro giorno è stata fissata la riunione del coordinamento, composto dai quattro sindaci di Sulmona, Avezzano, Lanciano e Vasto, i quattro presidenti degli ordini forensi e i presidenti delle province di Chieti e L’Aquila. Il vertice istituzionale si terrà oggi, alle ore 11, nella sala consiliare del Comune di Sulmona. “Il Tribunale di Sulmona funziona a pieno regime”- interviene sul quotidiano Il Centro il presidente del consiglio dell’ordine degli avvocati, Luca Tirabassi- “in linea con i parametri di efficienza, stabiliti dal piano nazionale di ripresa e resilienza, in tema di giustizia. Abbiamo riunito il coordinamento dei sindaci e degli ordini forensi per ribadire la nostra richiesta al governo centrale e alle forze parlamenti che lo compongono, di voler attuare l’impegno, più volte manifestato, della salvaguardia definitiva dei nostri quattro tribunali abruzzesi subprovinciali”. Per sindaci e avvocati è finito il tempo delle proroghe. L’obiettivo della nuova mobilitazione è quello di spingere, parlamentari abruzzesi e non, ad accelerare il processo di revisione della riforma della geografia giudiziaria, più volte annunciato negli ultimi anni. Proprio a marzo dello scorso anno il coordinamento aveva chiesto l’istituzione di un tavolo tecnico per far sì che l’Abruzzo possa essere “laboratorio di revisione della riforma”. Con la soppressione dei quattro tribunali minori, metà regione, e proprio quella orograficamente più complicata, si troverebbe sguarnita dei presidi di giustizia. Un concetto che verrebbe ancora più amplificato se Sulmona restasse senza tribunale. Tutti i residenti del Centro Abruzzo sarebbero costretti a lunghi e pericolosi spostamenti, come ha documentato più volte il coordinamento, soprattutto nel periodo invernale, per poter accedere alle sedi giudiziarie come viene concesso a tutti gli altri cittadini italiani. Un esempio: un residente di Ateleta per raggiungere Sulmona deve percorrere circa 50 chilometri. Senza il palazzo di giustizia peligno, l’utente ne dovrebbe percorrere attorno ai 130 e su strade tortuose e fin troppo pericoloso. L’altra questione sollevata dal coordinamento è il legame tra il Tribunale di Sulmona e il carcere di massima sicurezza che, nel 2025, si appresta ad espandersi con il nuovo padiglione che accoglierà in città altri 250 detenuti.

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