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SULMONA – Per sottoporsi a una risonanza magnetica cardiaca di priorità b dovrà recarsi all’ospedale di Ancora, dopo essere stato rifiutato da ben otto nosocomi. E’ quanto è capitato a un 23 enne di Sulmona che il prossimo 3 maggio sarà costretto a percorrere 222 kilometri per raggiungere l’ospedale e accedere all’esame in questione. La risonanza al cuore gli è stata prescritta dal cardiologo e il ragazzo, non potendo usufruire del servizio in città, ha bussato alle porte di ben otto ospedali : Roma, Teramo, L’Aquila, Villa Serena, Chieti, Campobasso, Pozzilli e Isernia. Posti liberi nell’immediato non erano disponibili, nemmeno a pagamento. C’è chi poteva eseguire la risonanza per il mese di luglio, altri per settembre. Tempi non compatibili con le esigenze del giovane che deve sottoporsi all’esame con urgenza. Alla fine si è aperto uno spiraglio di luce e ha trovato una sistemazione all’ospedale di Ancona. La storia riaccende i riflettori sull’organizzazione del sistema sanitario che non sempre riesce a tendere la mano alle necessità dei pazienti. “E’ una storia comune che dimostra però come non è sempre facile accedere alle cure”- afferma a Onda Tg la mamma del giovane- “non è possibile che per prenotare una risonanza al cuore si debba seguire tutta questa trafila”. Proprio in questi giorni si è riaccesa la discussione sull’efficienza e il mantenimento dei servizi ospedalieri esistenti e l’attivazione di nuovi. Ma chiunque programma la sanità sul territorio non può fare a meno di non prendere in considerazione casi del genere.

Andrea D’Aurelio

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