L’AQUILA – La strategia per frenare lo spopolamento delle aree interne, e per il riequilibrio economico e sociale del territorio abruzzese, utilizzando le risorse europee Fesr-Fse, per oltre 81 milioni di euro, ha “dimenticato per strada” 46 comuni abruzzesi.
Ad affermarlo è l’economista Aldo Ronci, in uno suo studio, sottolineando come i criteri e gli obiettivi alla base del programma, “lungi dal rispecchiare le indicazioni della Commissione Europea, hanno portato ad applicare per la nostra regione, due pesi e due misure. Studio ritenuto “strumentale” e fuorviante l capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale, Massimo Verrecchia, secondo il quale invece i programmi comunitari, in base all’Accordo di partenariato devono essere limitate a specifici e contenuti territori e non possono coinvolgere tutti i comuni. Ma la Regione Abruzzo ha predisposto “una strategia territoriale regionale complessiva che, per garantire risorse a tutti i territori, prevede l’integrazione delle risorse e delle strategie comunitarie con ulteriori finanziamenti a valere sul fondo per le politiche della montagna e del Fondo Sviluppo e Coesione, assicurando in tal modo a tutti i comuni abruzzesi le risorse necessarie per lo sviluppo dei propri territori”.
Ha spiegato Ronchi nel suo studio, la Regione Abruzzo nel predisporre il Programma Regionale Fesr-Fse 2021-2027, con una delibera del luglio scorso ha scelto di suddividere il territorio regionale in sette “Aree Snai”, ovvero beneficiarie della Strategia nazionale delle aree interne, che ricomprendono 138 comuni, e otto “Aree funzionali urbane”, in base alla mobilità giornaliera, con 121 comuni.
La somma dei Comuni ricompresi nelle due aree sono 259, e i comuni in Abruzzo sono 305 “lo sconcertante risultato della esclusione di 46 Comuni”, non ricomprese in nessuna delle due categorie, e che ora non potranno accedere a finanziamenti e benefici.
Per Ronci invece per non escludere nessun Comune, bastava attenersi alle indicazioni della commissione Europea, e “da quanto correttamente previsto da uno studio coordinato da Roberto Mascarucci, professore ordinario presso il Dipartimento di Architettura dell’Università “G. D’Annunzio, che prevede la suddivisione del territorio regionale in sette “Aree urbane funzionali” che fanno riferimento alle Città di Pescara–Chieti, Teramo, L’Aquila, Avezzano, Sulmona, Lanciano e Vasto.
Questi dunque i 46 comuni che non sono stati inclusi né nelle “Aree Snai” né nelle “Aree funzionali urbane”.
In provincia dell’Aquila, Ateleta, Campo di Giove, Cansano, Castel di Sangro, Pacentro, Pescocostanzo, Pettorano sul Gizio, Rivisondoli, Rocca di Cambio, Rocca di Mezzo, Rocca Pia e Roccaraso
In provincia di Pescara, Abbateggio, Bolognano, Bussi sul Tirino, Caramanico Terme, Castiglione a Casauria, Catignano, Civitaquana, Cugnoli, Lettomanoppello, Loreto Aprutino, Pescosansonesco, Pietranico, Roccamorice, Salle San Valentino in Abruzzo Citeriore, Sant’Eufemia a Maiella, Serramonacesca, Tocco da Casauria
In provincia di Chieti, Altino, Bomba, Carpineto Sinello, Casalanguida, Casoli, Dogliola, Fresagrandinaria, Furci, Gissi, Guilmi, Liscia, Palmoli. San Buono, Tornareccio e Tufillo.