PRATOLA PELIGNA. Prime richieste di trasferimento tra i poliziotti della stradale di Pratola Peligna, coinvolti nell’inchiesta sui sonnellini di pattuglia. Si tratta di richieste autonome che non hanno nulla a che vedere con il procedimento di incompatibilità ambientale, aperto nei mesi scorsi dal Ministero e scaduto lo scorso 1 aprile. Alcuni degli undici poliziotti, nei giorni scorsi, hanno presentato domanda di aggregazione in altra sede, ritenendo di non poter prestare servizio in un ambiente lavorativo dove convivono quanti hanno indagato e quanti sono sottoposti alle indagini. Una richiesta personale quindi volta a recuperare anche una cornice di serenità. Sarà il ministero ora ad esprimersi sulle singole domande di aggregazione. Intanto da ieri la procura ha messo a disposizione una stanza a quanti ne hanno fatto richiesta per risentire le intercettazioni telefoniche e ambientali e rivedere le immagini della videosorveglianza. Sul caso sono intervenute le segreterie provinciali di Siap e Silp che in una nota scrivono :“Avevamo già espresso estrema perplessità nell’aver assistito a perquisizioni di massa negli
uffici, nelle abitazioni e nelle auto degli undici poliziotti indagati a suo tempo e poi
raggiunti un’altra volta da un ulteriore avviso di garanzia sulla base di scarsi elementi indiziari. Atti che hanno, nuovamente, gettato discredito sui colleghi, coinvolgendo e
stravolgendo la vita familiare degli stessi, e sull’intera Polizia di Stato. Oggi rinnoviamo piena solidarietà ai colleghi coinvolti nell’inchiesta di Pratola Peligna che,
alla luce degli ultimi accadimenti che hanno interessato loro e le rispettive famiglie, hanno deciso volontariamente di chiedere il trasferimento temporaneo presso altre sedi
ed Uffici. Tale decisione, al fine di evitare strumentalizzazioni e false ricostruzioni, come tale scelta sia volontaria, sottolineiamo la lucidità e il buon senso dei poliziotti interessati che, per
continuare a svolgere il proprio lavoro al servizio della comunità in maniera più serena, rinunciano al consolidato status professionale e familiare nel rispetto del supremo interesse collettivo. E’ divenuto ormai oltremodo inconciliabile, considerando che sono a tutt’oggi da ritenersi innocenti, mantenere la doverosa serenità lavorativa con il clima accusatorio e persecutorio, che si concretizza con atti quotidiani finanche sul posto di lavoro, nei loro confronti. A loro, ancora una volta, esprimiamo totale vicinanza e chiediamo che le loro domande di trasferimento, temporaneo, siano accolte nel più breve tempo possibile. Tutti loro e, soprattutto, le loro famiglie ed i loro figli hanno diritto a riacquistare la dovuta serenità in attesa che l’accertamento della verità restituisca anche l’onorabilità ai servitori”