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SULMONA -  Getta benzina sui tappeti da sci per impedire lo svolgimento della lezione. Per quell’azione posta in essere nei confronti di alcuni rappresentati dell’associazione dei maestri di sci, un  49 enne di Pescocostanzo G.C., è stato condannato dal Tribunale di Sulmona alla pena di quindici giorni di reclusione (pena sospesa), al risarcimento di tutte le parti civili costituite liquidato in 1500 euro e al pagamento delle spese processuali per un importo di 2000 euro. La vicenda, che faceva riferimento a un difficile rapporto tra la società che gestisce gli impianti sciistici del posto, Pescocostanzo Vallefura, e quella dei maestri di sci, Pescocostanzo 3000, ha visto comparire davanti al giudice due persone. Per il 49 enne la condanna è arrivata per il reato di violenza privata. I fatti fanno riferimento al 2015 quando fra le due associazioni sono sorte diatribe e incomprensioni. Una relazione conflittuale che è finita sui banchi della giustizia per due diversi episodi. Il primo vede protagonista proprio G.C. che, in qualità di Direttore dell’impianto ma comunque non di proprietario, si recò con atteggiamento non troppo educato nell’impianto mentre l’associazione dei maestri di sci doveva svolgere la lezione. L’uomo, stando all’accusa, avrebbe tentato di impedire lo svolgimento di quella lezione ( che si è regolarmente tenuta) gettando benzina sui tappeti da sci. Una condotta che ha spinto il giudice monocratico, Concetta Buccini, a pronunciare la sentenza di condanna per la violenza privata, a soli quindici giorni di reclusione, a fronte dei quattro mesi chiesti dal Pm.  Il giudice ha pronunciato, contestualmente, la sentenza di non doversi procedere nei confronti di un 30 enne brasiliano, Francinne Marques Raphael Grecco, che era finito sotto processo per lesioni gravi per aver aggredito un maestro di sci e la segretaria dell’associazione assieme a un altro soggetto che, anch’egli denunciato, non è finito sotto processo. Un particolare che ha spinto anche il Pm a chiedere l’assoluzione o, in subordine, la sentenza di non doversi procedere. Il procedimento era andato avanti d’ufficio nonostante la remissione di querela visto che entrambi, il maestro di sci e la segretaria, avevano riportato da quella colluttazione ventiquattro giorni di prognosi.

Andrea D’Aurelio

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