Una perdita di equilibrio a causa di un lastra di neve che ha determinato la caduta mortale. Sono giunti a questa conclusione carabinieri forestali e soccorso alpino della Guardia di Finanza dell’Aquila che ieri sono tornati in località Valle Lupara, sul monte Sirente-Velino, dove domenica scorsa ha perso la vita Luca Nunzi, 45 enne aquilano, che era in compagnia di quattro amici escursionisti per la domenica fuori porta tra gli scenari della Valle Subequana. La neve della notte e la nebbia non hanno aiutato. Ma un’idea di cosa sia accaduto è comunque venuta fuori nel corso della ricognizione. Ad ordinare il sopralluogo, svolto nella mattinata di ieri, è stata la Procura della Repubblica di Sulmona, territorialmente competente, che ha aperto un fascicolo sulla vicenda come atto dovuto. Il Sostituto Procuratore, Stefano Iafolla, ha disposto verifiche specifiche sul sentiero dove è avvenuta la tragedia per non lasciare nulla al caso. Così militari forestali e operatori del soccorso alpino, non senza fatica, hanno battuto di nuovo il Sirente. Dagli approfondimenti sui luoghi e sulle circostanze è emerso che alla base della tragedia ci sarebbe una perdita di equilibrio dovuta ad una lastra di neve che ha causato la caduta e il travolgimento di Nunzi anche se la massa della coltre nevosa era di piccole dimensioni. Le pendenze notevoli del sentiero hanno impedito all’escursionista di fermare la scivolata sulla parte rocciosa. La sua corsa è finita nella zona di accumulo di una valanga. Fatale l’asfissia ma soprattutto i traumi riportati nella carambola mortale. I cinque aquilani non avevano gli sci al seguito ma erano minuti di ramponi e piccozze. Si tratta di persone abituate a questo tipo di escursioni. Tutti conoscevano il sentiero. Erano circa le 15.30 di domenica quando, dopo aver raggiunto Valle Lupara, stavano riscendendo a valle per far ritorno a casa. Si erano leggermente dilungati nell’orario tant’è che tutti e cinque avevano ancora il pranzo al sacco da consumare. Nunzi era il primo della fila che guidava i suoi compagni. E’ stato lui ad innescare la slavina, rimanendo travolto dal mix di ghiaccio e neve che gli esperti definiscono valanga di fondo, ovvero l’accumulo di manto nevoso su uno stato preesistente. Gli altri quatto escursionisti non hanno potuto fare altro che attendere l’arrivo dei soccorsi. “Ci siamo sentiti impotenti di fronte quello che stava accadendo”- aveva detto uno dei quattro messi in salvo. Rifocillati nella caserma dei forestali di Castelvecchio Subequo con the caldo e biscotti erano tutti comprensibilmente sotto shock. Intanto la salma di Luca nelle prossime ore dovrebbe essere riconsegnata alla famiglia per i funerali. Il magistrato si è riservato di esaminare l’esito del sopralluogo ma è probabile che basterà un’ispezione cadaverica esterna senza necessità di autopsia.