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SULMONA – “Questa situazione è disarmante perché questo è un virus, non è una scelta e con questo seppure si diventa positivo non lo si rimane a vita”. Lo sfogo sulla rete sociale di facebook arriva da un giovane sulmonese che nei giorni scorsi è risultato positivo al virus e solo nelle ultime ore ha deciso di stigmatizzare pubblicamente la mancanza di umanità e la caccia all’untore che si è scatenata in città nelle ultime settimane. Una dichiarazione che ricalca in pieno il nostro editoriale di ieri in cui si parlava di indifferenza e disumanità che di certo non aiutano a frenare il diffondersi del virus. “Il positivo in tal caso, quell’ appestato che per molti ha organizzato feste, viaggi, che è andato in giro di sua spontanea volontà a prenderlo e a darlo, sono io”- sbotta il giovane tra rabbia e ironia- “ tengo a precisare che quest’estate per un mio progetto sono stato chiuso a lavoro e tolta la scampagnata il 15 Agosto come penso il 90% degli italiani non ho fatto nulla (ndr)”. “Tolto il primo giorno di chiamate continue per chiedermi da chi e da quanto l’ho preso come se uno lo sapesse, pochi mi hanno chiesto come stavo e come sto”- conclude il sulmonese per poi ribadire che essere positivi non è una scelta. La solidarietà è arrivata nei commenti del post e probabilmente in quei gesti che si fanno in silenzio senza troppo clamore. Ma il pubblico sfogo deve far riflettere sul grado di civiltà di una comunità che si misura nel saper venire incontro a chi vive un momento di difficoltà. D’altronde le misure per combattere il virus ci sono: mascherina, distanza fisica e sociale, igienizzazione delle mani. Un po’ di umanità, poi, non guasterebbe.

Andrea D’Aurelio

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