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SULMONA – Era finito sotto processo per la guida in stato di ebbrezza ma in realtà aveva bevuto poco prima degli esami ematici svolti in ospedale. Per questo, un 40 enne residente a Pratola Peligna, è stato assolto l’altro giorno dal giudice monocratico del Tribunale di Sulmona per insufficienza delle risultanze probatorie, ovvero perché il fatto non sussiste. La vicenda risale al 13 gennaio 2020 quando, in località Santa Brigida tra Sulmona e Pratola Peligna, si verificò un rocambolesco incidente stradale tra una Fiat Punto, condotta dall’imputato e una Peugeot. Un violento scontro che provocò alcuni feriti, fortunatamente non gravi. Per la ricostruzione della dinamica del sinistro erano intervenuti i Carabinieri che avevano proceduto, per prassi, allo svolgimento dell’etilometro, il cui esito non è tracciabile negli atti del processo. “Sicuramente avevo soffiato”- ricorda l’imputato. Circostanza confermata dal militare escusso. Ma delle risultanze nessuna traccia. In ospedale sono stati effettuati gli esami ematici di routine che avevano evidenziato un tasso alcolemico di 1,2 g/l, più del doppio del minimo consentito dalla legge. Da qui la denuncia all’autorità giudiziaria, la sanzione amministrativa e il ritiro della patente. Nel corso del processo il conducente si è difeso, per il tramite dell’avvocato Alessandro Tucci, spiegando che in realtà si era rifocillato nel bar collocato nelle vicinanze dell’ospedale, vista la lunga attesa per la diagnosi e la refertazione. Effettivamente gli esami ematici sarebbero stati svolti a tre ore di distanza dal sinistro. Un arco temporale inattendibile secondo la difesa e il giudice che ha mandato assolto l’imputato, essendo insufficienti le risultanze probatorie. La prova della guida in stato di ebbrezza non si è raggiunta. Una sentenza curiosa e non affatto scontata, almeno per la tipologia del reato contestato.

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