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SULMONA – Quattro mesi di sospensione del giudizio con il procedimento di messa alla prova. E’ quanto ha deciso il giudice monocratico del Tribunale di Sulmona, Marco Billi, per un 25 enne di Pacentro, finito sotto processo per guida in stato di ebrezza. Il giovane imputato potrà ora estinguere il reato con i lavori socialmente utili. Ma andiamo con ordine. Tutto comincia il 10 settembre del 2018 quando il giovane si rende protagonista di un rocambolesco incidente in una strada che ricade sul territoriale comunale di Pacentro. Il 25 enne finisce con la sua auto sul muro di contenimento senza cagionare danni a persone o cose visto che si è trattato di un incidente a senso unico. Ma scattano comunque i controlli di routine. Il giovane di Pacentro si ritrova in ospedale ricoverato in gravi condizioni. Entra in coma e tutti fanno il tifo per lui fino a quando viene dichiarato fuori pericolo e le sue condizioni migliorano. Le analisi effettuate e gli ulteriori accertamenti hanno portato all’apertura dell’inchiesta e al rinvio a giudizio del giovane per guida in stato di ebrezza. Si arriva all’udienza dibattimentale dove l’avvocato del foro di Sulmona Maria Grazia Lepore, che difende l’imputato, ha chiesto la sospensione del procedimento con messa alla prova, ottenendo il consenso della Procura e poi l’ordinanza del giudice Billi che ha disposto “la sospensione del procedimento con messa alla prova, da eseguirsi secondo le modalità e con l’osservanza delle prescrizioni stabilite nel programma di trattamento elaborato con il consenso dell’imputato”. Sempre il giudice ha tenuto conto che “il lavoro di pubblica utilità, tiene conto delle specifiche professionalità e attitudini lavorative dell’imputato e che le modalità di svolgimento dello stesso, come contemplato nel programma di trattamento elaborato, non pregiudicano le esigenze di lavoro, studio, famiglia e salute”. Per il giovane di Pacentro inizia la messa alla prova e la relazione conclusiva sarà valutata nell’udienza del prossimo 10 dicembre alle ore 9.30. In caso di esito positivo il reato sarà considerato estinto. E’ una misura che di fatto concede una seconda possibilità all’indagato. Perché, infondo, la persona può incappare in un errore ma l’errore non fa la persona.

Andrea D’Aurelio

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