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SULMONA – Questa volta la fascia tricolore e il nastro da tagliare sono stati lasciati appositamente a Palazzo San Francesco. Perché dopo dieci anni c’è poco da festeggiare per la ristrutturazione di una scalinata, quella del complesso monumentale di Santa Chiara, che ha battuto il guinnes dei primati. E’ stata riconsegnata ieri alla città dopo quasi un decennio, nel bel mezzo di tante peripezie legate alla burocrazia, ma alla fine il risultato è stato raggiunto. Chi passa per la centralissima piazza Garibaldi, di giorno e di notte piuttosto che nella ferialità o nella festa, non vedrà più le impalcature. Si dovrà solo discutere se adottare o meno l’ordinanza che impone il divieto di consumare cibi e bevande sulla scalinata. Una misura pensata dal vice sindaco Nicola Angelucci che già ha fatto scaldare gli animi soprattutto da parte degli esercenti della piazza più vicini a quella scalinata che è un pezzo di storia non solo dal punto di vista architettonico ma anche sotto il profilo identitario. Lì intere generazioni sono passate e si sono sedute. Ma se la scalinata è un obiettivo centrato a lunghissimo termine, non si muove una foglia per la sede storica del Liceo Classico di piazza XX Settembre. Anch’essa è chiusa da quasi dieci anni, da quella maledetta notte del 6 aprile 2009. Accade a Sulmona, provincia dell’Aquila, regione Abruzzo. Insomma in Italia. Incredibile ma vero. Dieci anni non sono bastati per avviare la gara d’appalto e i lavori e per l’adeguamento di un edificio storico. Per i lavori sono a disposizione 4,2 milioni di euro anche se il consigliere comunale Pd Antonio Di Rienzo ha presentato l’istanza di accesso agli atti per verificare la consistenza e sussistenza del finanziamento. Il Comune ha spedito tutti gli atti al Genio Civile dopo ben 17 integrazioni che sarebbero state chieste ed inserite nel progetto definitivo-esecutivo. Ma sempre dal Genio Civile si attendono le risultanze prima di procedere. Nei mesi scorsi è stato chiesto anche di cambiare il coefficiente di vulberabilità da 0.6 a 0.8. Insomma il Liceo resta ancora in attesa di risposte. Anche la città in questi anni si è domandata e continua a domandarsi come è possibile che occorra tutto questo tempo. Non uno, tre o cinque anni. Ma dieci anni. E bisogna indire ancora la gara d’appalto e far cominciare i lavori.

Andrea D’Aurelio

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