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SULMONA – Bene della città? No, solo il bene di alcuni. E’ il messaggio che si legge fra le righe della lunga nota del Pd di Sulmona che punta il dito contro maggioranza e assessori all’indomani del vertice che ha stemperato i toni. Ma al solo pensiero che la città possa tornare al voto nel 2021, scadenza naturale dell’era Casini, il Pd non ci sta e s’infuria. “A parlare sono quegli stessi transfughi che fino a qualche giorno fa avevano promesso di dimettersi , convocare assemblee, mandare a casa la sindaca a dicembre 2019. E lo fanno giustificandosi in quanto si andrebbe avanti sempre per il bene della città, quel bene che viene strumentalmente riesumato ogni volta che la situazione diventa politicamente grottesca e che passerebbe attraverso la risoluzione dei problemi relativi alla sanità, scuole e riorganizzazione dei vari settori e servizi del Comune, comprese le posizioni organizzative dei funzionari ”- tuonano dal Pd di Sulmona commissariato proprio dopo l’ingresso di tre consiglieri dem nella maggioranza che appoggia la Casini. Un provvedimento che ha scatenato le polemiche tanto per il commissariamento quanto per il codice etico del partito e la scelta del commissario coinvolto in un’inchiesta giudiziaria. Lo stesso in un recente incontro a Sulmona ha confermato la volontà di restare in sella e di tutelarsi in ogni sede. Ma tornando alla politica, secondo gli anti dimasciani “tali affermazioni, condivise da tutta una maggioranza quanto mai stravagante ed inconcludente, incollata alle poltrone perlopiù per soddisfare obiettivi che poco hanno a che vedere con il bene della città ma che potrebbero trarre in inganno qualcuno se non fossero contraddette da fatti al limite del misfatto”. E poi si passa all’attacco. “Possono, infatti, conferirsi incarichi a società i cui amministratori sono figli di consiglieri comunali?”- si chiedono dal Pd- possono restare in carica assessori le cui mogli partecipano a concorsi indetti dal comune? Possono restare in carica assessori indagati per fatti compiuti nell’esercizio delle loro funzioni? Possono sedere in giunta assessori soci di consorzi morosi nei confronti del Comune? Queste ed altre sono a nostro parere le motivazioni che inducono a ritenere che questa maggioranza si ostini a restare “in sella”, con tutte le conseguenze negative del caso, principalmente per il perseguimento di interessi di bottega di pochi”. Nulla a che vedere- secondo il Pd- con il bene della città, che dal “perdurare di questa stravagante anomalia politica sta subendo solo danni, quando invece meriterebbe di essere finalmente liberata con le dimissioni più volte presentate dalla sindaca e mai mantenute”. E l’estate per la politica cittadina si conferma calda. Anzi bollente.

Andrea D’Aurelio

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