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SULMONA – “La cultura della non violenza cominci a scuola”. A scriverlo a caratteri cubitali, a pochi giorni dalla giornata del 25 novembre è Daniele Maiorano, fratello di Ilaria, la donna originaria di Introdacqua, uccisa ad Osimo lo scorso anno dal marito che ora è in carcere in attesa di giudizio. Una violenza che non è esplosa dalla sera alla mattina ma ha avuto un escalation fino alla follia omicida. “Ormai ogni tre giorni purtroppo muore una donna, anche mia sorella è stata vittima di femminicidio ammazzata dal marito, dall’ex compagno o fidanzato. Ma deve cambiare la mentalità di certi uomini, chiamarli uomini è una parola grossa. Perché l’amore non è possesso. La donna non è un oggetto ma un soggetto che appartiene solo a se stessa e nessun’altro. Bisogna trovare una soluzione per fermare questo massacro. È ora che si inizi dalla scuola fin da piccoli con l’educazione all’affettività per eliminare la cultura del possesso”- afferma Daniele che ha avuto affidare alla nostra testata il suo messaggio per il 25 novembre. Non un auspicio qualunque dal momento che, in quelle poche righe, c’è un dolore da metabolizzare. Cominciare dalle scuole, dalla consapevolezza delle donne, denunciare al primo segnale. Sono temi che abbiamo affrontato con l’avvocato, Teresa Nannarone, prima ospite della rubrica “Una donna al giorno”, che da oggi fino al 25 novembre ci farà conoscere da vicino cinque donne, in prima linea per eliminare la violenza di genere.


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