OSIMO. “L’ergastolo non è il massimo ma il minimo della pena per evitare che simili tragedie si ripetano”. Commenta così Daniele Maiorano, fratello di Ilaria, uccisa di botte in casa l’11 ottobre 2022, la requisitoria del pm che ha chiesto l’ergastolo per il cognato, accusato di omicidio volontario pluriaggravato. Daniele ha assistito ieri alla discussione del processo davanti ai giudici della corte d’Assise di Ancona. “Rivivere questa tragedia è una cosa ancora complicata. Ora attendiamo la sentenza. L’ergastolo è il minimo”- ripete Daniele con la madre, Silvana Salvatore, entrambi originari di Introdacqua. Il procuratore, nel corso della requisitoria, ha parlato di “furia omicida” dell’imputato, ristretto a Montacuto dal giorno del delitto. L’uomo avrebbe agito per motivi di gelosia. “Era morbosamente geloso della moglie” ha detto il procuratore. La donna era stata colpita in maniera reiterata, con calci, pugni, pezzi di legno e plastica. È morta dopo una lenta agonia. Erano stati rinvenuti schizzi di sangue anche sul soffitto. Parte del massacro sarebbe avvenuto sotto gli occhi delle due figlie piccole della coppia, all’epoca di 5 e 8 anni. Il 42enne ha sempre negato di aver ucciso la donna. L’11 giugno le repliche, poi la sentenza.