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SULMONA – E’ un santo in paradiso per l’Abruzzo ma per lei e per loro ancora di più. Nunzio Sulprizio, il giovane abruzzese canonizzato ieri da papa Francesco e proclamato santo, ha un legame anche con Popoli e con Sulmona. Fra le tremila persone che ieri da Pescosansonesco ( il paese che aveva dato i natali al beato Nunzio) e dall’intero Abruzzo si sono recati a Città del Vaticano per la solenne celebrazione di canonizzazione, presieduta dal Pontefice, c’era anche Ferminia Sulprizio, la docente di Sulmona che ha una parentela con il santo. Il padre e l’intera famiglia erano di Popoli. Non a casa nel pescarese il santo è molto venerato. La figura di un giovane che si è conquistato il paradiso nella normalità e nel lavoro quotidiano riaffiora nei suoi ricordi, in quelle storie che il padre raccontava a lei e i suoi fratelli, quarta generazione della famiglia Sulprizio. “I racconti di mio padre hanno accompagnato la mia infanzia. Provengo da una famiglia operaia , Nunzio non era un prelato ,né aveva una famiglia importante alle spalle. Era un ragazzo povero e orfano che ha molto sofferto. Sono molto felice di questo importante riconoscimento da parte di Papa Francesco”- racconta la docente di Sulmona soddisfatta del fatto che la Chiesa abbia annoverato fra i suoi santi un giovane che non ha fatto nulla di eclatante se non lavorare sodo nella sua bottega di Pescosansonesco dove era nato nel 1817 per poi morire a Napoli nemmeno 20 enne, il 5 maggio 1836, dopo aver contratto un male incurabile. Rimasto orfano di entrambi i genitori fu cresciuto dalla nonna che poi morì a sua volta. Passò quindi sotto la custodia dello zio. “Ricordo molto bene quella bottega che visitai da giovane. Mi raccontano che Nunzio doveva subire anche un’educazione un po’ severa da parte dello zio”- aggiunge la Sulprizio che ha un santo in paradiso che ha accompagnato la sua infanzia e continua a guidare dall’alto la sua vita.

Andrea D’Aurelio

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