RIVISONDOLI – Non solo lettere minatorie, aggressioni e incidenti ma anche appropriazione indebita. Aumentano le accuse per don Daniel, il prete sospeso dal vescovo perchè positivo alla cocaina. I fedeli lo hanno accusato di essersi impossessato dell’oro che avevano donato alla Madonna della Portella. Un lascito fatto di preziosi e braccioli che ora, stando alla denuncia dei parrocchiani a “La Vita in diretta”, sarebbe sparito nel nulla. Il prete dal canto suo ha respinto le accuse, sostenendo che si tratta di un chiacchiericcio di paese. Il sindaco di Rivisondoli, Giancarlo Iarussi, che aveva chiesto l’allontanamento del prete al vescovo diocesano, mons. Michele Fusco, insiste sul passaggio di consegne, per garantire alla comunità una presenza spirituale fissa. “La nomina per il nuovo parroco esiste dallo scorso 18 settembre ma non è stata ancora attuata per le varie vicende legate all’avvicendamento tra parroci. In questi giorni il parroco di Castel di Sangro sta tamponando la situazione per le celebrazioni. Tuttavia, viste le attività in atto per la preparazione del presepe vivente del prossimo anno e quelle più imminenti della pasqua, la presenza stabile in paese si rende necessaria e non più rinviabile”- afferma il primo cittadino. Il prete colombiano, che si era schiantato con la sua vettura sul guardrail della statale 17 per poi risultare positivo alla cocaina, si è trasferito temporaneamente a Roseto degli Abruzzo, in attesa di scegliere una casa religiosa dove trascorrere il periodo di sospensione dal ministero, deciso dal vescovo Fusco lo scorso sabato con un provvedimento ad hoc. Già in settimana, come annuncia il suo avvocato, Gerardo Marrocco, potrebbe tornare in paese per il passaggio di consegne con il nuovo parroco, don Domenico Villani, che nelle scorse settimane si era insediato anche nella parrocchia di Pescocostanzo. Vanno avanti intanto le indagini della procura della repubblica di Sulmona e della polizia, scaturite dall’incidente sulla statale. Secondo la tesi difensiva don Daniel non aveva assunto volontariamente la cocaina ma potrebbe averla ingerita per errore. Per questo gli inquirenti stanno cercando di capire come sia stato possibile, ricostruendo nel dettaglio tutte le circostanze, compresa la cena di Pratola Peligna a cui il sacerdote aveva preso parte prima di mettersi al volante della Toyota presa a noleggio. Da qui si sono aperti ulteriori scenari