SULMONA – “Si sta lavorando su un vaccino universale che stimoli l’immunità e protegga contro tutta la famiglia del Coronavirus. Bisogna individuare il target, ovvero quella parte di virus che non muta”. Ne è convinto il primario del reparto di malattie infettive dell’ospedale San Salvatore dell’Aquila, Alessandro Grimaldi, che torna a fare il punto ad Onda Tg sulla situazione epidemiologica in atto che appare tutt’altro che rosea visto il trend in crescita dei contagi su tutto il territorio provinciale. Un’estate, quella del post emergenza, che ha spiazzato anche gli addetti ai lavori come conferma lo stesso Grimaldi. “La ripresa dei casi negli ultimi due anni l’abbiamo avuta nel periodo post ferragosto. Il virus, questa volta, ha anticipato i tempi”- interviene l’infettivologo sostenendo pure che l’abbandono della mascherina è stata una scelta troppo rapida e precoce. Ai “furbetti del tampone” che eludono il tracciamento per ricorrere al fai da te, Grimaldi chiede senso civico ed etico perché l’Ro della variante Omicron contagia più del morbillo, soprattutto negli ambienti affollati. L’impatto dell’ondata estiva sugli ospedali è fortunatamente contenuta per via dei vaccini che- rimarca l’infettivologo- hanno “ridotto il livello di mortalità e questo era il nostro obiettivo principale. Certo non sono una barriera invalicabile contro il virus”. L’invito a vaccinarsi con la quarta dose va agli over 60 e a quanti hanno patologie alle spalle poiché, anche con un effetto booster non straordinario, si ottiene comunque un vantaggio e un rinforzo dell’immunità. Certo è che, soprattutto sulla versione quinta di Omicron, è ormai dimostrato che una parte del virus tende a sfuggire alla protezione. Per questo Grimaldi punta sul vaccino universale e trasversale in grado di isolare quella parte del virus che non muta per fronteggiare tutta la famiglia del Coronavirus. Una sorta di “maxi” dose sulla quale si sta lavorando, tenendo che in questa fase potrebbe crescere anche la disaffezione dell’utenza verso la campagna vaccinale, i cui effetti si sono visti nel contenimento del tasso di ospedalizzazioni. Quanto all’autunno lo scenario appare incerto ma la convivenza con il virus di certo non finirà a breve. Per questo il primario raccomanda l’uso della mascherina negli ambienti più affollati, auspicando un ritorno all’adozione di un presidio che si è rivelato efficace.