L’AQUILA – Il Giudice di Pace di L’Aquila Gabriella Rosci ha recentemente condannato la Regione Abruzzo al risarcimento dei danni in favore di un’automobilista che si è vista gravemente danneggiata l’autovettura dall’improvviso attraversamento di un capriolo nella zona di Navelli.
Il legale della donna, l’avvocato del foro aquilano Alessandro Tomassoni afferma: “Con questa importante pronuncia, che individua in modo univoco l’esclusiva responsabilità della Regione quale unico Ente preposto al controllo, gestione e tutela della fauna selvatica, il Giudice è entrato ancor più nel merito della questione, statuendo l’avvenuta prova di tutti gli elementi costitutivi dell’illecito aquilano ex art. 2043 c.c. applicabile in materia”.
“Oltre all’esito favorevole che permette ai ricorrenti di vedersi ristorati danni di questo tipo dalla Regione, la sentenza certifica come la Regione abbia omesso di adottare tutte quelle cautele necessarie a prevenire incidenti di tal genere, anche e soprattutto in considerazione del fatto che stanno aumentando notevolmente nella stessa zona incidenti cagionati dall’attraversamento improvviso di animali selvatici creando situazioni di pericolo reiterate e costanti, specie per chi lo percorre anche diverse volte al giorno per motivi di lavoro o perché ci vive.
“A tal proposito, è assolutamente condivisibile il grido d’allarme delle Associazioni di categoria degli Amministratori locali, non da ultimo quello del sindaco di Navelli che ben conosce da tempo questa criticità – che recentemente si sono appellati alla Regione Abruzzo per porre fine con atti concreti all’emergenza fauna selvatica, divenuta negli anni, per diverse zone della provincia dell’Aquila, una grave piaga che non può più essere tollerata dagli utenti della strada e dagli abitanti locali., Particolarmente interessante è stata l’allegazione di studi specifici sulla relazione tra fauna selvatica e ambiente infrastrutturale secondo i principi della ‘Road Ecology’, risultato di un’attenta analisi degli investimenti faunistici che tiene conto dell’interazione tra organismi, ambiente, strade e veicoli in un determinato territorio”.
“Le risultanze hanno evidenziato come per le zone ad alta idoneità faunistica analizzate manchino sia il controllo e il contenimento delle specie animali che un’attività di mappatura stradale che consenta di attrezzarle con dissuasori e dispositivi ottici in grado di spaventare la fauna selvatica durante il passaggio di un veicolo, ed anche di barriere laterali o sottopassi, che ne inibiscano o quantomeno ne limitino gli attraversamenti”, spiega il legale.
“Se la Regione intendesse davvero arginare questa criticità del territorio, occorrerebbero idonee misure di mitigazione, prevenzione e controllo, anche di comune accordo con i diversi proprietari stradali, unitamente ad una più efficace opera d’informazione e divulgazione di presenza della selvaggina che consenta di far conoscere meglio i rischi agli automobilisti di passaggio, anche quelli occasionali, evidentemente ignari del pericolo”, conclude il legale aquilano.