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L’AQUILA – Furto aggravato in concorso, ricettazione e calunnia. Con queste ipotesi di reato quattro persone, tutte di origine straniera, sono state rinviate a giudizio nei giorni scorsi dal giudice per le udienze preliminari del Tribunale dell’Aquila, Marco Billi, per il raggiro posto in essere nei confronti di un 50 enne di Sulmona. La vicenda, che ha dell’incredibile, risale al 30 gennaio 2018 quando la vittima era arrivata in Grecia con la sua Range Rover ed era stata arrestata subito dopo lo sbarco in traghetto poiché il veicolo risultava rubato e oggetto di ricettazione. In realtà il sulmonese non era il bandito ma un acquirente in buona fede, raggirato dai quattro soggetti stranieri. Solo gli accertamenti esperiti dalla Polizia Stradale di Pratola Peligna, chiamata in causa dai familiari, portarono a scoprire che si era trattato di un errore. Gli imputati sono accusati di aver indotto in errore il malcapitato 50 enne all’acquisto dell’auto per 23 mila euro, mediante artifici e raggiri, occultando nello specifico la provenienza delittuosa dell’autovettura, oggetto di furto in Francia. Uno di loro avrebbe apposto falsamente la sottoscrizione della persona offesa, sostituendosi alla stessa, firmando una serie di documenti. Per poi simulare il delitto di ricettazione dell’autovettura. L’incubo vissuto dal sulmonese in terra Greca permise di svelare l’arcano. I quattro andranno ora alla sbarra davanti al Gup e la vittima, per il tramite dell’avvocato Alessandro Scelli, si è già costituita parte civile per farsi risarcire i danni patiti. Le manette, questa volta, scatteranno probabilmente sui polsi giusti.

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