SULMONA – Rilevavano società non operanti sul mercato, aumentavano fittiziamente il capitale sociale e assumevano persone, sempre in modo fittizio, per accedere ai finanziamenti delle banche. La maxi operazione dei Carabinieri della compagnia di Sulmona, coadiuvati dai militari delle compagnie di Avezzano, Castel di Sangro, Chieti e Montesilvano è stata presentata stamane in conferenza stampa alla presenza del Procuratore della Repubblica di Sulmona Giuseppe Belelli e del Sostituto Procuratore Stefano Iafolla, titolare dell’inchiesta. In manette sono finite nove persone, sei in carcere e tre ai domiciliari, ritenuti responsabili a vario titolo dei reati di usura, estorsione, falsità ideologica, sostituzione di persona ed associazione per delinquere finalizzata alla commissione di truffe in danno di istituti bancari e di società di intermediazione finanziaria. Una lunga e laboriosa indagine, durata un anno e mezzo, partita da una denuncia per estorsione alla fine del 2014, che conta complessivamente una ventina di indagati. Dagli accertamenti svolti dai Carabinieri è emerso come il gruppo svolgesse quale principale attività illecita il prestito di soldi con tassi usurai fino al 54% a danno anche di commercianti e imprenditori abruzzesi e peligni, in evidente stato di bisogno sociale. Il sodalizio criminale, simulando la solidita’ delle societa’ acquisite, riusciva ad ottenere prestiti fino a 600 mila euro, attivando la procedure della cessione del quinto dello stipendio a carico dei dipendenti ‘assunti’ ( si fa per dire) che, in realta’, non veniva e non poteva essere corrisposto. Ovviamente le rate relative agli importi erogati non venivano corrisposte o, in alcuni casi, onorate solo allo scopo di ‘prendere tempo’ per consentire alla societa’ di conseguire altro capitale con la stessa tecnica. Le somme complessivamente accertate quali prestiti a tassi usurari si aggirano intorno ai 500.000 euro, ma si puo’ ipotizzare – secondo gli investigatori – che l’importo reale sia di fatto molto piu’ elevato. Proprio per la capacita’ di gestire le finanze in maniera “fluida” l’ordinanza del gip ha riguardato anche il sequestro preventivo di alcuni beni, finalizzato alla confisca. In particolare una villa di 5 vani che si trova a Roccacasale e due societa’ fittizie rilevate ai fini di commettere le truffe in danno di banche e societa’ finanziarie, detenute da alcuni degli indagati. Gli otto dei nove arrestati sono membri di un’intera famiglia rom, composta da parenti di primo grado e affini, operante principalmente a Sulmona. Si tratta D.R.M, 51 enne di Sulmona, punto di riferimento dell’associazione criminale; un 52enne originario di Raiano (M.C.) ma residente a Chieti; una 43enne (D.R.S.) anch’ella di Sulmona; un 41enne (S.B) di Sulmona; un 45enne (D.R.L.) della stessa citta’ ovidiana ma domiciliato a Pettorano sul Gizio (L’Aquila); un 46enne di Castel di Sangro (D.R.P.) residente a Montesilvano. Con ruoli meno trainanti, e destinatari quindi della misura, meno afflittiva, degli arresti domiciliari, sono stati individuati: un 45enne (D.A.L.) di Sulmona; un 23enne (D.R.P.) anch’egli di Sulmona e un 43enne (M.L:) di Avezzano.
Andrea D’Aurelio