SULMONA – Il fatto non sussiste. Lo ha confermato anche la Corte d’Appello dell’Aquila che ha assolto Maurizio Zaccardi e Rossella Testa, rispettivamente titolare e dipendente dell’Hotel Manhattan Village dall’accusa di estorsione e ha condannato le parti civili al pagamento delle ulteriori spese. Già in primo grado i due erano stati assolti con formula piena ma poi due ex dipendenti della struttura, Bruno Trinchini e Giovanna Lattanzio, avevano deciso di ricorrere in appello. L’inchiesta portata avanti dalla Guardia di finanza di Sulmona è partita nel 2013 a seguito della denuncia di tre dipendenti i quali si erano rivolti ai finanzieri dopo aver subìto, a loro dire, delle costrizioni per poter lavorare nella struttura alberghiera sita nella zona dell’Incoronata, a poche decine di metri dall’omonimo complesso sportivo. Secondo i dipendenti, la collaboratrice dell’albergo li avrebbe costretti a firmare al momento dell’assunzione o della proroga della stessa, e alla consegna delle buste paga, dei fogli e dei documenti senza poterne leggere il contenuto, per tenerli sotto scacco e poterli licenziare in qualsiasi momento. Nulla di tutto questo per la Corte d’Appello che ha ritenuto infondato il capo d’imputazione. “La città che aspettava l’evento può tirare un sospiro di sollievo : è finita. Ringraziamo l’arringa stupenda avvocato Andrea Liberatoreâ€- hanno commentato Zaccardi e Testa che in primo grado avevano scelto il rito abbreviato dopo la richiesta di rinvio a giudizio della Procura. Arrivò poi l’assoluzione con formula piena con sentenza del giudice Giovanna Bilò. Oggi la decisione della Corte d’Appello che li ha assolti dall’accusa di estorsione. Il fatto non sussiste.
Andrea D’Aurelio