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SULMONA – Nel 1998 è stata riconosciuta invalida al 100% con necessità di assistenza continua. Nonostante il suo quadro clinico sia peggiorato rispetto al passato, la Commissione Inps di Sulmona ha revocato la concessione dell’indennità di accompagnamento. La storia di Jessica Mastrangioli, 25 enne di Sulmona, affetta da ritardo mentale con sindrome genetica, è finita sui tavoli della giustizia. E’ il legale Catia Puglielli a chiedere all’Inps di tornare a corrispondere il trattamento economico, vista la grave disabilità della giovane, riconosciuta anche nella diagnosi del medico Nunzio D’Orazio. “Jessica non è assolutamente nella condizione di poter essere lasciata da sola, non essendo in grado di compiere autonomamente tutti gli atti della vita”- fa notare l’avvocato Puglielli. “In questo caso non servirebbe nemmeno un accertamento medico legale”- rincara – “ho detto al giudice che se non dovesse essere riconosciuta l’indennità di accompagnamento bisogna solo sperare che la mamma della giovane viva a lungo altrimenti questa ragazza rischia di essere lasciata sola a se stessa”. Puglielli non manca di sottolineare come “lo Stato e le istituzioni dovrebbero prestare più attenzione alla disabilità che è un problema della collettività. Non possono essere lesi dei diritti, come in questo caso, importantissimi da salvaguardare”. L’avvocato si rifà anche alla riorganizzazione del piano sanitario regionale che prevede, in materia di riabilitazione, di affiancare lo Stato al parente che deve assistere la persona disabile. “E’ evidente che qualcosa non funziona”- conclude Puglielli. La 25 enne di Sulmona percepiva un’indennità pari a 500 euro, unitamente alla pensione di invalidità che ammonta a 290 euro. All’indomani della decisione dell’Inps il contributo si è ridotto di 500 euro. Da quel momento è cominciata la dura battaglia.

Andrea D’Aurelio

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