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SULMONA – La Asl Avezzano- Sulmona-L’Aquila scende in campo per una maggiore tutela di chi raccoglie i funghi nei boschi con l’intento di sottoporli all’esame dell’esperto per verificarne la commestibilità. La decisione è scaturita all’indomani dello spiacevole episodio che è capitato a una famiglia peligna (madre, padre e figlia), costretti al ricovero presso l’ospedale di Sulmona, dopo aver ingerito dei funghi ricevuti in regalo. Attualmente, nella provincia di L’Aquila, vi sono circa 4.000 persone in possesso del tesserino con cui si è autorizzati a raccogliere funghi nei boschi. L’azienda sanitaria, sensibile alle esigenze di cittadini dediti alla raccolta dei funghi, sta valutando la possibilità di attivare il servizio, presente ad Avezzano, anche in altre aree della provincia, tra cui la Valle Peligna. Un proposta che per il momento dovrà essere valutata nei diversi aspetti operativi. La direzione aziendale nel frattempo ha deciso di potenziare il servizio, nel distretto sanitario di via Monte Velino ad Avezzano. Da oggi è possibile sottoporre i funghi al controllo di commestibilità dello specialista della Asl due volte a settimana e non più una sola, com’è stato finora. Il maggior numero di ore, introdotte dall’azienda per l’esame micologico, consentirà agli interessati di beneficiare di un maggior supporto che peraltro, oltre al controllo finalizzato all’accertamento della commestibilità, non di rado investe il desiderio di conoscere meglio la varietà del prodotto, come emerge dallo stesso servizio della Asl.

Andrea D’Aurelio

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