SULMONA. Chiede i danni alla Regione il giovane di Castel di Sangro che, il 23 gennaio 2023, aveva investito e ucciso Carrito, l’orso simbolo dell’Abruzzo. L’automobilista non ha avuto finora alcun riscontro dalla Regione per i danni causati dalla fauna selvatica in strada. Per questo si è arrivati davanti al Tribunale dove la Regione è stata citata in giudizio. Si apre quindi il filone civile dell’inchiesta mentre, per quanto riguardo l’inchiesta penale, la procura aveva ritenuto di non dover procedere nei confronti dell’automobilista. Resta in piedi invece la diffamazione che il giovane ritiene di aver subito sui social. Ieri il caso è finito davanti al gup. Le indagini effettuate dalla polizia postale dell’Aquila, infatti, non hanno portato gli inquirenti a dare un volto e un nome agli autori della diffamazione aggravata sui social, che avevano riempito di epiteti e parole offensive l’investitore di Carrito. Di parere contrario Gaetana Di Ianni, avvocato del giovane, la quale aveva denunciato diciassette persone, presentando complessivamente cinque querele. Solo per la prima denuncia le indagini hanno portato a scoprire l’autore della diffamazione, che in ogni caso non è stato indagato, come rileva la Di lanni, che si era opposta alla richiesta della procura chiedendo al giudice di disporre nuove indagini per identificare i diciassette “leoni da tastiera” e il rappresentante legale di un’associazione animalista. Palla al gip, Marta Sarnelli, chiamata a pronunciarsi sul caso