Una “città nascosta” nella città. Cosi si può definire il quartiere degli incendi, ovvero il trilatero che da via XXV Aprile porta a via Avezzano, oggetto nell’ultimo decennio di fenomeni sistematici che hanno portato i residenti a fare fronte comune e a firmare la petizione che in queste ore sarà consegnata ai vertici di Palazzo San Francesco. Non una “lista della spesa”, ma una ricognizione puntuale delle criticità e delle necessità dei residenti, accompagnata anche da una diffida, rivolta ad Ater e Comune, per attivarsi nell’immediato, fermo restando la spartizione delle competenze. Nel nostro “viaggio by night”, in linea con lo spirito del giornalismo di strada, ci siamo recati di persona per controllare la situazione. Dai mastelli della raccolta differenziata inutilizzabili, dopo l’ultimo incendio ai danni di una Fiat Cinquecento che risale allo scorso 2 luglio, alla folta vegetazione che oscura la visibilità nottuna e permette anche agli “intrusi” di ripararsi tra i cespugli abbandonati. Per non parlare dei rifiuti ammucchiati e accantonati da ben 21 anni. Anche la pubblica illuminazione lascia a desiderare, nel senso che non aiuta a mitigare certi fenomeni. Un’inchiesta sul fronte, sostenuta dalla viva voce dei residenti, che nella petizione hanno chiesto il posizionamento e la messa in funzione di circa quindici telecamere, centralizzate con il Commissariato, che si vanno ad aggiungere al “grande fratello fai da te”, che ha permesso nei giorni scorsi agli operatori delle forze dell’ordine di segnalare i presunti responsabili dell’ultimo atto incendiario all’autorità giudiziaria. Nel giorno dell’ennesimo tavolo in Prefettura, quel quartiere vessato e abbandonato comincia a parlare. Con le immagini, le firme, la stanchezza delle notti in bianco, la rabbia di chi non si sente al sicuro, la speranza di una presenza più assidua, come quella fornita dai Carabinieri con il “presidio sotto casa”. Dopo un decennio di fiamme e tensioni, ora i residenti vogliono tranquillità. Per questo nella petizione è stata inserita la diffida che, in caso di impegni disattesi, potrebbe portare ad azioni legali e non solo.