SULMONA – Depositata in Municipio la mappa dei rifiuti abusivi. Sono 14 i siti di stoccaggio sull’intero territorio comunale. 270 mila i metri cubi di rifiuti abbandonati su 81 mila metri quadri di terreni. Numeri da capogiro se si considera che il dannoso fenomeno dello scarico dei rifiuti negli ultimi anni in città ha preso sempre più piede. Non pochi i terreni che sono stati trasformati in discariche a cielo aperto. In alcuni casi è stato necessario l’intervento della Forestale e della Procura della Repubblica. La Giunta Casini sta cercando di mettere mano alla situazione per arginare quella che è diventata una piaga sociale, ma i costi per la bonifica sono elevatissimi. Si aggirano intorno ai 2 milioni e 800 mila euro, troppi per le casse comunali. Al momento sono circa 180 mila euro i fondi a disposizione per la bonifica di quelle discariche più abusive e pericolose. “Stiamo affrontando il problema pensando a come reperire ulteriori risorse. Non possiamo trascurare questa delicata vicendaâ€- riferisce l’assessore comunale Alessandra Vella. Sono diverse le aree naturalistiche contaminate dalla presenza ingombrante dei rifiuti. Prima fra tutte la discarica di Santa Lucia, 13 mila metri cubi di immondizia. Una lunga storia cominciata 14 anni fa. In zona Mantovano, sulle rive del Vella sono stati abbandonati 25 tonnellate di rifiuti urbani e speciali. Nella frazione delle Marane, in località Mandorleto, nei pressi del vecchio poligono di tiro, nel 2009 vennero sequestrati dalla Forestale 35 tonnellate di rifiuti pericolosi. Poco lontano, in via del Sorbo, ci sono ben 4 aree contaminate per un costo di 14mila euro. Addirittura a Ponte dei Canali sono 5 le tonnellate che sono state abbandonate nel fiume, per un costo stimato di 22mila euro. Un’altra vasta area trasformata in discarica a cielo aperto è quella di Santa Rufina dove scarti pericolosi sono stati buttati su 2mila e 500 metri quadrati. Da Palazzo San Francesco si sono messi subito al lavoro per evitare che la situazione precipiti con conseguenze davvero devastanti per l’ambiente.
Andrea D’Aurelio