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La sentenza di assoluzione dell’ex sindaco, Bruno Di Masci, ha scatenato una serie di reazioni riguardo la modalità di fare politica. Riceviamo e pubblichiamo da una lettrice:
Gentile Direttore,
Immagino che le notizie “raffreddino” presto pertanto non mi pubblicherete.

Sento il dovere di portare una piccola testimonianza personale in merito alla Signora Roberta Salvati.

Ricorderete bene che nella passata tornata elettorale in molti come sempre accade ci hanno “corteggiato” per le vie della città ed altrimenti…
Di molti candidati abbiamo perso amicizia e consenso non potendo o volendo accordare loro la nostra preferenza.

Chi invece abbiamo votato (magari attualmente ogni giorno in scena nella Beautiful nostrana del “Resto… No cadiamo anzi staremo a vedere”) spesso, il giorno dopo l’elezione, ha smesso di conoscerci, di ascoltare le questioni o semplicemente di rispondere al nostro saluto.

Roberta l’ho conosciuta durante quella campagna, non l’ho votata e però ha continuato ad essere disponibile e gentile ogni volta che ci siamo incrociate o sentite, cercandola o cercandomi.

Non ho apprezzato, da donna di scuola e di sindacato, quando da genitore ha provato a fare passare la settimana corta alla Media Ovidio. Glielo dissi a caldo.
Sempre ho trovato una persona, una donna, una professionista ed una politica disposta al dialogo ed al confronto.

Soprattutto devo ringraziare (è stata per me l’unica nella nostra città) la sua pronta, anzi immediata, disponibilità in occasione di un grave problema che sta colpendo Sulmona e la Valle: intendo il dimensionamento scolastico.

Dopo due anni di sollecitazioni vane alla maggioranza che abbiamo votato, con relative richieste ai principali attori di attivare i tavoli interistituzionali come nella Marsica e altrove, nel luglio 2023 abbiamo ottenuto un blando impegno al confronto nel merito della questione citata da parte dell’amministrazione in carica.

A seguito di 3 incontri estivi, a fine settembre è arrivata una delibera comunale (peraltro su esplicita richiesta della Provincia) contro il dimensionamento delle Serafini…
Ecce homo

Venendo alla donna, incontrai mesi addietro per caso la Salvati.
Era con il figlio piccolo e con suo padre, davanti a una scuola che non sono le Serafini.
Mi sono intromessa in un momento familiare con evidente giusta insofferenza del piccolo che arrancava sul triciclo.
Roberta è stata disponibile e gentile.
Ci siamo appositamente riviste nel mio ufficio di lì a poco.
Ha telefonato tutto un pomeriggio da lì personalmente ad una serie di attori politici competenti in materia scolastica: Presidente di Provincia Angelo Caruso, Emanuele Imprudente ed altri…
Il dimensionamento dipende eminentemente da Comune (che tempestivamente deve deliberare), ma soprattutto da Provincia e Regione (spiego ai non addetti ai lavori).

Qualcuno dei suddetti interpellati da Salvati ci ha pure risposto, assumendo un impegno verso la sottoposta questione.
Era un pomeriggio torrido di metà luglio, nella nostra città indifferente a tutto.

Alle riunioni precedenti di allora in Comune e persino alle Assemblee sindacali di ora, da noi indette per imformare e sensibilizzare il personale sulla sorte propria e della intera popolazione scolastica cittadina, anzi peligna, in pochissimi sono intervenuti.

Roberta c’è stata e si è messa a disposizione, quando mariti e mogli (non saprei se roditori o meno e di quale genere e sesso…) congiuntamente in politica, quando intellettuali sinistroidi o destroidi gemebonde, quando gli/le stessi/e che avevo votato e fatto votare si sono più o meno elegantemente “dati”, idest sottratti e sfilati.

Tornando al punto, ho apprezzato quel darmi la carica e darsi praticamente da fare di quel giorno di Roberta.
Lei in bermuda bianco e sneaker, io non ricordo, in un torrido ufficio estivo dove frattanto convenivano le richieste delle iscritte che avevano appuntamento con me.
Non mi sono sentita sola e sarò sempre grata a Roberta.

Il resto: insulti ed accuse sessiste o meno che siano, mi auguro solo imprecazioni infelicemente sortite dalla bocca di un politico (peraltro già importante e capace) incazzato; insulti che se fossero stati rivolti a qualcun’altra si sarebbe levato il coro unanime degli e delle gemebonde di cui sopra; tutto quel resto è fuffa e chiacchiere senza più distintivo.

Ce ne fossero di persone “vive” come Roberta Salvati!
In questa città morta e svuotata (scrive il correttore… stavo scrivendo “suonata”) che rincorre un tempo che fu come fanno i vecchi e quelli finiti.

F.to
Scritto a titolo di personale parere
Concetta Di Prospero
Cittadina di Sulmona
Insegnante
Referente territoriale
Cisl Scuola Abruzzo e Molise

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