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SULMONA – Botte, soprusi, umiliazioni, condotte prevaricatrici e dominanti, senza contare le numerose aggressioni fisiche. L’escalation della violenza preoccupa e non poco poichè figlia di un retaggio culturale da sovvertire, il più delle volte legato a disturbi della personalità o a disvalori che trovano le proprie radici nel contesto familiare. Il quadro che emerge oggi, 25 novembre, giornata internazionale dedicata all’eliminazione della violenza di genere, non è del tutto rassicurante anche se qualche campanello d’allarme comincia ad essere percepito in tempo grazie all’attività di ascolto e sensibilizzazione e alla quotidianità e incessante attività di prevenzione e repressione che svolgono le forze dell’ordine in sinergia con tutti gli attori e le strutture preposte. Nel 2023 sono state 56 le segnalazioni pervenute al centro antiviolenza “La Libellula” di Sulmona, gestito dalla cooperativa Horizon Service. Un dato in aumento rispetto alle 46 dello scorso anno. Salgono anche le prese in carico. Dalle 47 del 2022 si è passati alle 54 della corrente annualità. Non solo numeri ma storie concrete e richieste d’aiuto che sono state gestite da esperti e dalle varie professionalità chiamate a spezzare la catena della violenza sul territorio. In totale sono 501 le donne prese in carico dal 2015 ad oggi mentre sono state 380 le segnalazioni. L’incremento delle segnalazioni va di pari passo con la persistenza della violenza ma, secondo gli addetti ai lavori, è un dato significativo per alzare l’asticella della consapevolezza. Anche nel Commissariato Ps di Sulmona, dove ci siamo recati per concludere il nostro percorso di riflessione con il format “Una donna al giorno”, si tocca con mano nell’ultimo periodo un incremento delle denunce e delle richieste d’aiuto. “Questo dato in aumento dipende dal fatto che le donne hanno cominciato a prendere consapevolezza e a valutare alcuni campanelli d’allarme che, se trascurati, possono degenerare”- interviene Emma Schiappa, ispettore della Squadra Anticrimine ricordando che si va alla Polizia non solo per denunciare ma anche per ascolto, prevenzione e per “analizzare con maggiore attenzione le singole situazioni personali che possono configurare un reato. La più grande paura delle donne è quella di essere lasciate sole. Con l’arresto differito, l’ammonimento del Questore o l’applicazione del braccialetto elettronico questo non avviene”. Proprio in questi giorni dal Commissariato si sta procedendo ad istruire la richiesta di ammonimento per un giovane di circa 30 anni, residente a Sulmona, che si sarebbe reso protagonista nell’ultimo periodo di atti persecutori e maltrattanti verso l’ex compagna al punto da ingenerare stato d’ansia nella persona offesa, costretta a cambiare le abitudini di vita. Messaggi, minacce gravi di morte, non solo a lei ma anche agli amici e ai colleghi di lavoro. Campanelli d’allarme che vanno captati al primo segnale per fermare l’escalation e per evitare che la violenza degeneri in fatti gravi, talvolta anche in tentati femminicidi, come avvenuto recentemente a Capestrano. L’ammonimento del Questore è un provvedimento amministrativo che viene irrogato in tempi brevi e permette, in caso di recidiva del soggetto ammonito, di procedere d’ufficio. Un ulteriore istituto a tutela della donna che, per proteggersi, può evitare anche la denuncia o la querela. “Venite nei nostri uffici con una consapevolezza che ogni pretesa o forma di violenza non è amore. A tutte le donne dico che noi ci siamo. Non sentitevi sole”- conclude l’ispettore Schiappa. Stesso appello è arrivato in questi giorni anche da Teresa Nannarone, Antonietta Santavenere, Sonia Paglia e Mariachiara Pagone che ringrazio. Tutti insieme contro la violenza. Perchè tutto ciò che fa paura non è amore.

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