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Il settimanale report dell’Osservatorio Anbi (Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue) sulle risorse idriche, rende noto come il bollettino del Consiglio Nazionale Ricerche di marzo certifichi che il 35,3% delle aree agricole irrigue, negli scorsi 24 mesi, ha sofferto di siccità severa-estrema. Se l’anno scorso, la siccità costò 13 miliardi al sistema Paese, il 2023 si preannuncia peggiore nell’attesa del via operativo a piani e provvedimenti indispensabili per incrementare la resilienza alla crisi climatica. In Toscana restano 17 centimetri di neve solo sul monte Amiata; si riducono le portate dei fiumi Serchio, Sieve ed Arno, mentre un incremento viene registrato dall’Ombrone. Calano i livelli di tutti i fiumi marchigiani, così come Tevere e Chiascio in Umbria, dove cresce leggermente la Nera; nella stessa regione i circa 38 millimetri di pioggia caduta non hanno inciso sugli scarsi livelli del lago Trasimeno, che da quasi un anno soffre di una gravissima carenza idrica. Nel Lazio, solo a Campo Catino rimangono una ventina di centimetri di neve; il livello del fiume Tevere è superiore all’ultimo biennio, mentre la portata dell’Aniene rimane ben al di sotto della media del periodo. Il re nivale degli Appennini (cm.56) è oggi Campo Imperatore, in Abruzzo; sulla regione, a Marzo, la pioggia caduta è stata superiore alla media mensile, tranne che sulla provincia dell’Aquila ed in particolar modo sul Fucino (a San Benedetto dei Marsi: – 41%); le temperature sono state superiori alla media con scarti fino ad oltre 3 gradi. In Molise, il livello della diga del Liscione è sostanzialmente simile a quanto registrato nello stesso periodo del 2022, I fiumi campani sono in crescita, così come i volumi idrici nelle dighe pugliesi (+ mc. 500.000 ca.), ma il surplus sul 2022 va rapidamente riducendosi, mentre rispetto al 2021 c’è un deficit di 1.850.000 metri cubi. In Sardegna, infine, rispetto ai valori medi mensili, manca all’appello oltre il 10% dell’acqua stoccata, segnalando un livello di “pericolo” per tutti gli invasi della parte centro-settentrionale della regione
(fatta eccezione per il Liscia, in Gallura): ciò significa che il livello d’erogazione deve essere ridotto, secondo le priorità d’uso e contestualmente devono essere attivate le previste misure di mitigazione. “Ovunque i Consorzi di bonifica ed irrigazione stanno attrezzandosi per gestire al meglio la prossima stagione irrigua, consci delle enormi difficoltà, che li attendono. Di fronte all’emergenza ed in attesa
dell’operatività alle scelte del Governo, non possiamo che chiedere alle Autorità competenti il rispetto delle priorità di legge, che garantiscono per le risorse idriche, dopo l’uso umano, quello agricolo.

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