SULMONA – Due test citati dalla Procura, il minore fuori dall’aula su invito del Pm, la richiesta di assistenza e valutazione psicologica della parte offesa presentata dalla difesa. E’ iniziato ieri davanti al giudice monocratico del Tribunale di Sulmona, Marco Billi, il processo a carico di un 54 enne di Castel Di Sangro, accusato di violenza privata, lesioni personali e omissione di soccorso per aver investito il figlio minore. L’imputato si è presentato in aula accompagnato dal suo legale, Catia Puglielli che lo assiste assieme all’avvocato Alessandro Margiotta. Come pure la parte offesa, assistita dall’avvocato del foro di Sulmona Serafino Speranza che non si è costituita parte civile, ha atteso l’inizio del processo fuori dall’aula così come richiesto dal Pm. Il giudice Billi ha accolto la richiesta della Procura che porta in giudizio due test e ha nominato la dottoressa Federica Mazzarella per assistere il minore durante la testimonianza, qualora sarà ritenuta necessaria, dal momento che la difesa ha chiesto di accertare la capacità di stare in giudizio e l’attendibilità . L’esame dei test è stato fissato per il prossimo 15 ottobre. . Tutto comincia due anni fa quando si verificò una sorta di “incidente di percorso†fra padre e figlio. Il primo a bordo di una Lancia e l’altro in sella alla sua bici. Secondo l’accusa l’indagato nel percorrere un’arteria stradale e giunto all’altezza del ponte presente in quella strada, durante la marcia avrebbe affiancato e messo alle strette con il proprio veicolo il figlio minore il quale, si vedeva costretto a spostarsi bruscamente verso il muretto di contenimento del ponte e poi, a seguito della repentina frenata del veicolo postosi davanti la sua direzione di marcia, sarebbe caduto rovinosamente a terra. Il ragazzo, grazie all’impatto, avrebbe rimediato un trauma contusivo al ginocchio guaribile in venti giorni. Ma secondo la Procura, “nonostante la consapevolezza di aver cagionato un evento lesivo che provoca lesioni personali ai danni del minoreâ€, l’indagato avrebbe omesso di prestare alla prole l’assistenza occorrente o di darne avviso all’autorità . L’uomo ha provato a difendersi nel corso dell’udienza preliminare ma il Gup lo ha rinviato a giudizio. Ieri si è svolta la prima udienza dibattimentale. Una vicenda delicata, che probabilmente non fa altro che incrinare il rapporto tra genitore e figlio, ed è destinata ad avere sicuramente un seguito nel corso del dibattimento.
Andrea D’Aurelio