SULMONA – Dopo l’accelerata sul parcheggio coperto di Santa Chiara, il comune di Sulmona tenta l’impresa per il liceo classico Ovidio di piazza XX Settembre, chiuso da 15 lunghissimi anni. Il sindaco Gianfranco Di Piero, nella sua funzione di commissario per l’edilizia scolastica, ha affidato la progettazione per completare i lavori nella storica sede dei liceali. L’incarico, ad un prezzo complessivo di 116.729,60 è arrivato per l’ex primo cittadino, Pietro Centofanti e per l’architetto, Emilio Cianfaglione. “Resta fermo l’obiettivo di riaprire per settembre 2024. È la nostra prossima priorità”- commenta l’assessore ai lavori pubblici, Ilenia Rico. A nutrire più una perplessità sono i commercianti del centro storico e l’impresa che si è occupata del primo lotto dei lavori, secondo la quale la riconsegna della scuola per il mese settembre, quindi per l’avvio dell’anno scolastico 2024-2025, è sempre più a rischio. Stando alla tabella di marcia, una volta firmata la determina, i professionisti incaricati dovranno presentare il progetto che dovrà essere validato dalla giunta e dalla soprintendenza. Poi il probabile prolungamento dell’appalto alla ditta Salvatore e Di Meo, come annunciato dal comune nei mesi scorsi, per evitare di smontare le impalcature. Si dovranno quindi completare i lavori con l’adeguamento dell’impianto elettrico e antincendio, il cambio dei sanitari e le rifiniture varie. Per tale operazione è richiesta la fornitura di materiale specifico. Per questo si sta spingendo sulla definizione dei tempi, tenendo conto che si dovrà pianificare i collaudi, dell’uno e dell’altro lotto, per poi restituire le chiavi alla dirigente scolastica ed eseguire il trasloco, anche questo da non sottovalutare. Il cantiere, secondo l’impresa, sarà pronto per fine agosto, se tutto filerà liscio. Per questo la data di settembre, tenendo conto delle certificazioni e dei collaudi, resta a rischio. In cassa si sono 1.4 milioni di euro che hanno consentito lo svolgimento degli interventi. Per il completamento dell’appalto la provincia dell’Aquila aveva messo a disposizione altri 2 milioni che sono entrati nelle disponibilità del comune lo scorso novembre. Ma, al momento, non si sono ancora trasformati in “cemento e cazzuola”.