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Domani, alle 9.30, ci sarà un incontro informale in videoconferenza tra governo, Regioni, Anci e Upi sulle nuove misure anti-Covid. Per l’esecutivo partecipano i ministri degli Affari regionali Mariastella Gelmini e della Salute Roberto Speranza. Presenti anche il coordinatore del Cts Agostino Miozzo, il presidente dell’Iss, Silvio Brusaferro, e il presidente del Consiglio superiore di Sanità Franco Locatelli.

A certificare il nuovo peggioramento della situazione in tutto il paese sono i dati del monitoraggio settimanale e il Consiglio dei ministri, convocato nelle prossime ore, darà il via libera alle nuove misure per l’ulteriore stretta, necessaria alla luce della crescita dei contagi dovuta alle varianti diffuse ormai in tutto il paese e responsabili di oltre la metà dei nuovi casi accertati. I dati ufficiali arriveranno solo dopo la riunione della cabina di regia e la validazione da parte del Comitato tecnico scientifico, ma la tendenza è già chiarissima tanto che diversi presidenti di Regione hanno annunciato loro stessi il passaggio in zona rossa. La velocità con cui corre il virus ha obbligato il governo a scegliere una strada più veloce. Nel provvedimento entrerà il criterio in base al quale con un’incidenza settimanale di 250 casi ogni 100mila abitanti si entra automaticamente in zona rossa – bocciato a gennaio dai governatori ma sul quale c’è una sostanziale condivisione in tutto il governo – e la stretta per Pasqua come già è stato fatto a Natale, dunque tutta Italia in rosso dal venerdì santo al giorno di Pasquetta. Discussione ancora aperta invece sulla possibilità di abbassare la soglia dell’Rt con il quale si entra in zona arancione (ora è all’1) e sul coprifuoco anticipato. Quel che è già abbastanza chiaro a tutti, in ogni caso, è che i dati del monitoraggio combinati con le nuove misure proietteranno gran parte dell’Italia in zona rossa. Aumenteranno anche i controlli delle Forze dell’ordine che si sono concentrare per evitare gli assembramenti nelle zone della movida e sulle grandi arterie stradali, non potendo certo controllare migliaia di cittadini che coerentemente con la normativa in vigore si spostavano all’interno di città e comuni, ma da lunedì potranno effettuare verifiche più mirate visto che la mobilità sarà di fatto molto ridotta. Di fatto un lockdown, esattamente come un anno fa.

Riguardo la nostra regione, “Sembra che questa ondata si stia allargando al Teramano e all’Aquilano. Aspettiamo con ansia che cominci la decrescita sull’area Pescara Chieti, ma ciò non avviene. Avevamo deboli segnali di miglioramento, ma i dati di oggi ci dicono che non è così. La zona rossa funzionava prima, con il ceppo originario, ma di fronte alla variante può fare poco”. Lo afferma il referente per le emergenze della Regione Abruzzo, Alberto Albani, a capo della task force sul coronavirus, nel giorno in cui l’Abruzzo registra il record di decessi e di ricoveri in terapia intensiva, oltre ad uno dei dati sui nuovi casi tra i più alti della terza ondata. Ancora critica la situazione nel Pescarese, che registra un nuovo dato altissimo: 274 i contagi recenti. L’incidenza settimanale per centomila abitanti torna oltre quota 320, a fronte di una soglia di allarme di 250. Migliora leggermente la situazione nel Chietino, ma non nell’area metropolitana tra le due province: lì la variante inglese corre più che mai ed è responsabile del 70% dei contagi. Nelle prossime ore si dovrà anche decidere cosa fare con le scuole. Il governatore Marco Marsilio, nei giorni scorsi, aveva ipotizzato una possibile riapertura dal 15 marzo, ma alla luce dei dati odierni è presumibile che si vada verso una proroga. Bisognerà comunque attendere i dati dei prossimi giorni per capire come muoversi. Intanto domani ci sarà la cabina di monitoraggio nazionale: le stime sull’Rt confermano un dato al di sotto dell’1, ma tutti gli altri parametri sono oltre le soglie di allarme. L’esito del monitoraggio settimanale sarà quindi determinante ai fini di una nuova eventuale collocazione dell’Abruzzo in termini di fasce di rischio. E’ invece certo che non verrà revocata la zona rossa nell’area metropolitana.

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