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SULMONA – Avrebbe minacciato e maltrattato l’anziana madre fino a farla vivere nel disordine, in un’unica stanza della comune abitazione, rendendole la vita un vero e proprio inferno. Dovrà rispondere della pesante accusata di maltrattamenti contro familiari un 47 enne del posto, rinviato a giudizio ieri dal giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Sulmona, Daniele Sodani. La prima udienza del processo, davanti al giudice monocratico, è stata fissata per il prossimo 19 gennaio 2021. Ma andiamo con ordine. Per un certo periodo di tempo, fino al 31 marzo 2019, l’uomo avrebbe maltrattato la madre convivente, ultrasettantenne, costringendola a vivere nel disordine, polvere e sporcizia, vietandole con minaccia di rimuovere qualunque oggetto che veniva depositato nella casa comune, adoperandosi sistematicamente per gettare all’aria gli ambienti appena riordinati. Ma, stando al quadro accusatorio, c’è dell’altro. L’uomo si sarebbe rifiutato di offrire qualunque tipo di collaborazione richiesta dalla madre, procurando danni strutturali all’impianto di riscaldamento, costringendo l’anziana a ritararsi a vivere in un’unica stanza riscaldata da una stufetta elettrica, evitando di utilizzare la cucina e facendosi portare i pasti confezionati dalla figlia. Un comportamento particolarmente aggressivo quello del 47 enne che sarebbe riuscito, attraverso minacce e violente reazioni, a ridurre madre e figlia all’impotenza fino al punto di impedire loro di dichiarare inizialmente, per timore di ritorsioni, quanto verificato dai Carabinieri di Sulmona nel corso della perquisizione domiciliare, ovvero il rinvenimento di due carabine sottoposte al sequestro. I militari intervennero sul posto per eseguire la misura cautelare disposta dalla Procura di Teramo che stava indagando su un altro procedimento a carico del sulmonese, accusato di stalking, poi assolto. Ma i maltrattamenti nei confronti della madre anziana sarebbero andati avanti tant’è che, secondo i magistrati, l’uomo avrebbe isolato la donna impedendole di ricevere i propri conoscenti. Come pure, la condotta perpetrata dall’uomo, avrebbe ingenerato alla madre uno stato di timore per la propria incolumità, sia per il pericolo di aggressione che per l’impossibilità di curare la manutenzione della struttura e degli impianti della comune abitazione. Una storia dai contorni assurdi e disumani che è finita sul tavolo della giustizia che ora dovrà fare piena luce sul caso. La prima udienza del processo si terrà a gennaio.

Andrea D’Aurelio

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