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SULMONA – Per rompere il muro della solitudine basta una stanza degli abbracci che da tempo è stata allestita nella residenza per anziani di Palazzo Mazara ma nessuno l’autorizza e si prende la briga di evadere le richieste e i solleciti pervenuti dalla Direzione della struttura nel corso degli ultimi mesi. Così i congiunti degli ospiti, stanchi di attendere il corso della burocrazia lumaca, alzano la voce e si fanno sentire. “Il clima comincia ad essere intollerabile e insopportabile”- afferma Giuditta Leone, portavoce dei parenti- “la stanza è pronta e i nostri cari aspettano. La maggior parte degli ospiti hanno dei problemi legati all’età e in questo caso si rischia di ingigantirli. Siamo stanchi di aspettare. Dopo un anno è ora che qualcuno autorizzi la stanza e ci dia delle indicazioni. Noi vogliamo entrare con tutte le accortezze e le precauzioni. Ma la stanza va utilizzata”. Con la stanza degli abbracci gli anziani possono di nuovo abbracciare i loro cari, grazie a un muro di plexiglass con alcune fessure che permettono a parenti e ospiti della struttura di infilare le proprie braccia per entrare in contatto. Braccia, ovviamente, non ‘nude’. Dalle fessure predisposte, infatti, partono dei guanti e lastrici monouso che proteggono le braccia, garantendo un incontro in assoluta sicurezza. La residenza per anziani Mazzara di Sulmona è pronta per l’utilizzo della stanza degli abbracci, allestita qualche tempo fa in tempi record dal Direttore Giacomo Di Leo, proprio su sollecitazione della Leone. Ma nessuno autorizza, risponde alle missive e dà rassicurazioni. Agli ospiti di Palazzo Mazara sicuramente non manca il calore umano vista l’attività svolta dagli operatori ma la lunga attesa non può essere né giustificata né tollerata, soprattutto alla luce della campagna vaccinale e dello spot ministeriale. Un abbraccio in sicurezza ora è possibile. Perchè negarlo?

Andrea D’Aurelio

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