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SULMONA – L’occupazione, gli investimenti, l’innovazione, la contrattazione e la democrazia. Sono queste le parole chiave della tavola rotonda interregionale che si svolgerà il prossimo 1 giugno promossa dalla Fiom nazionale sul futuro dei stabilimenti Fca, compreso la Magneti Marelli di Sulmona. Si torna quindi al confronto a viso aperto su temi nevralgici che hanno sicuramente una ripercussione su uno degli stabilimenti ancora attivi nel capoluogo peligno. L’allarme sulla cessione della Magneti Marelli da parte di Fca (Fiat Chrysler automobiles) starebbe rientrando. L’ansia era legata alla tenuta e al futuro dello stabilimento sulmonese sulla Statale 17, che resta l’azienda più grossa del centro Abruzzo coi suoi 636 dipendenti. Lo scorporo della fabbrica di componentistica controllata al 100% dal Lingotto poteva essere l’elemento per accelerare il completamento del vecchio piano dell’amministratore, l’abruzzese Sergio Marchionne, condiviso con John Elkann, che prevede per fine 2018 l’azzeramento dell’indebitamento di Fiat-Chrysler Automobiles. La Fiom però chiama al confronto sapendo che la necessità di adeguare le linee di produzione alle richieste del mercato che dal 2020 prevedono un aumento esponenziale dei motori ibridi o elettrici, impone il cambio di passo anche alla Marelli. La fabbrica sulmonese, che produce il 75 per cento dei suoi volumi per la Sevel di Atessa, dovrebbe assumere altri dipendenti a tempo determinato per stare al passo col protocollo siglato da Ministero dello Sviluppo Economico, Regioni Piemonte, Campania e Abruzzo e Provincia autonoma di Trento con Fca (ex Fiat) e Centro Ricerche Fiat per la competitività nel comparto italiano dell’auto.

Andrea D’Aurelio

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