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SULMONA. Il Prefetto, Giancarlo Di Vincenzo, ha convocato il Comune di Sulmona e le organizzazioni sindacali che avevano indetto, nei giorni scorsi, lo stato di agitazione per il servizio di refezione scolastica. L’incontro tra le parti si terrà domani dove il Comune, ricorda Andrea Frasca della Cgil, dovrà dare delle risposte sulla data di avvio del servizio e sulle modalità di affidamento dello stesso. Dopo l’esclusione della ditta Rica di Somma Vesuviana, che si era aggiudicata l’appalto da tre milioni di euro lo scorso giugno, da Palazzo San Francesco hanno optato per un affidamento temporaneo del servizio, in attesa di provvedere a bandire una nuova procedura di gara. Ai fornelli dovrebbe tornare la ditta Ep che, fino al maggio scorso, aveva gestito il servizio assieme alla Coselp. “Gli uffici comunali hanno acquisito la disponibilità della ditta per partire lunedì 21 ottobre. L’affidamento formale non è stato ancora perfezionato ma si lavora in questa direzione”- ha fatto sapere il vice sindaco di Sulmona, Sergio Berardi. Davanti al Prefetto, i sindacati chiederanno risposte chiare anche per i 30 lavoratori da riassorbire, rimasti con il fiato sospeso e senza stipendio da maggio scorso. Il portale elettronico per la prenotazione dei pasti, nel frattempo, non è stato ancora sbloccato. “Stiamo monitorando attentamente la situazione anche perché noi genitori dobbiamo avere delle indicazioni certe”- afferma Alessandro Ciuffini, presidente del consiglio d’Istituto Mazzini-Capograssi. Il servizio mensa, per i novecento alunni delle scuole cittadine, doveva partire lo scorso 2 ottobre, ma la ditta che si era aggiudicata l’appalto non aveva un centro di cottura disponibile. La Rica lo aveva inizialmente indicato a Bugnara per poi proporre la cucina della clinica San Raffaele, dove già svolge il servizio di ristorazione. La cucina della struttura sanitaria, secondo la Regione chiamata in causa dalla Asl, non è idonea per la mensa scolastica. Da qui l’esclusione, che potrebbe aprire le porte anche a ricorsi. Gli alunni finora si sono dovuti adeguare ai regolamenti varati dagli istituti scolastici che consentono di portare il panino o il pasto da casa, seguendo una serie di regole: posate identificate con il nome, porzioni monodose, tovaglietta da mettere sul banco, bicchiere, tovagliolo e un sacchetto a parte per contenere il tutto, con il cibo che deve entrare in classe la mattina insieme agli studenti. Andrea D’Aurelio

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