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L’AQUILA – “Io posso capire che il presidente Marco Marsilio è poco o nulla interessato alla realizzazione del metanodotto Snam che attraverserà buona parte la provincia dell’Aquila. Del resto lui vive a Roma e viene in Abruzzo con un autista pagato dei contribuenti. Comprendo il suo assordante silenzio, ma per noi che in Abruzzo ci viviamo, e qui abbiamo il nostro progetto di vita, è ora fondamentale mobilitarci contro un’opera costosa, dannosa ed inutile”.
A tornare alla carica è Pierpaolo Pietrucci, consigliere regionale uscente del Partito democratico che sarà ricandidato alle elezioni regionali 10 marzo, ribadendo la contrarietà alla mega opera che la Snam si appresta a realizzare da Sulmona a Foligno, con annessa una centrale di compressione di Sulmona. Il gasdotto Linea Adriatica, suddiviso in tre tratte interdipendenti tra loro, Sulmona-Foligno (170 km), Foligno-Sestino (115 km) e Sestino-Minerbio (140 km), avrà una spesa di investimento complessiva stimata in circa 2,5 miliardi di euro ed è considerata da governo una opera strategica.

“Siamo al fianco dei sindaci, dei cittadini, dei comitati, delle amministrazioni separate di uso civico – sottolinea Pietrucci -: abbiamo sempre chiesto un percorso alternativo, e ottimale sarebbe stato quello in mare, perché è assurdo che un’opera così impattante attraversi aree già penalizzate, a rischio sismico, dal grande valore ambientale e paesaggistico, come la valle Peligna, l’altopiano dei Navelli, la conca aquilana e poi l’alta Valle dell’Aterno. A maggior ragione è vergognoso il silenzio del presidente Marsilio come pure del sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, succube del governo e della Regione”.
Pietrucci espone dunque le principali ragioni della sua contrarietà: “per realizzare l’opera serviranno 2,5 miliardi e non meno di 10 anni di lavori, mentre tutto va nella direzione delle energie rinnovabili, e dunque si si devasteranno terreni coltivabili, perché e documentato che dove passa un metanodotto non crescerà più nulla, si taglieranno ettari ed ettari di bosco, si creeranno infiniti disagi alla popolazione, per poi ritrovarsi in mano una infrastruttura antistorica, senza prospettive, perché tutto va in una altra direzione, quello de superamento dei combustibili fossili”.
Ricorda a questo proposito Pietrucci: “il Portogallo, paese membro dell’Europa, ha interamente soddisfatto il suo intero fabbisogno energetico per una settimana con fonti rinnovabili, come eolico e fotovoltaico. La conferma che la strada da intraprendere è questa, e che si può essere autonomi dalle fonti fossili, come del resto prevedono le politiche energetiche dell’Ue2.

2Sostanzialmente poi questa infrastruttura servirà a fornire di gas gli stati del nord Europa e le regioni del nord Italia, non servirà all’Abruzzo che dovrà invece garantirne il passaggio. E continueremo a dipendere da Paesi fornitori di gas, non affidabili e non democratici con il rischio di ritrovarci in emergenze simili a quella esplosa con l’invasione dell’Ucraina, con la necessità di trovare alternative alle forniture garantite dalla Russia. Saremo sempre succubi delle crisi geopolitiche rischiando nel futuro di costruire altre infrastrutture costosissime, ogni volta che le nostre esigenze energetiche saranno a rischio di conflitti e mutati scenari”.

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