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Si è svolta una partecipata assemblea pubblica ieri nella tensostruttura di Paganica dedicata all’impatto ambientale, sociale ed economico che sarà causato dalla realizzazione del metanodotto della Snam, nel tratto Sulmona-Foligno, che interesserà 17 comuni abruzzesi. L’opera attraverserà anche 36 ettari di territorio di uso civico a ridosso di Paganica, distruggendo come è stato ricordato, cave di tartufo con danni milionari, sorgenti, boschi vetusti, e passando a poche decine di metri dal celebre santuario della Madonna d’Appari; e anche in prossimità dei centri abitati. Questo il motivo per il quale l’Asbuc di Paganica ha deciso di coinvolgere cittadini e istituzioni e il cui presidente ha affermato: “La sicurezza dei cittadini, l’economia e la qualità ambientale del territorio non sono negoziabili: il metanodotto Snam porterà solo danni, e nessun beneficio. Dobbiamo opporci con tutte le nostre forze a questa scellerata opera. A breve, centinaia di persone verranno contattate dall’azienda per cedere la servitù dei terreni interessati dal passaggio del metanodotto, in cambio di pochi spiccioli. Chiediamo di non firmare questo accordo, precisando che, nel caso di terreni non privati ma di uso civico, gli occupatori abusivi che cederanno diritti di cui non sono titolari, andranno incontro a quanto previsto dalla legge”.
Ad intervenire, tra gli altri, Mario Pizzola, in rappresentanza dei comitati cittadini della valle Peligna, il consigliere regionale del Pd Pierpaolo Pietrucci, la senatrice M5s Gabriella Di Girolamo, per il comune dell’Aquila, l’assessore comunale all’Ambiente Fabrizio Taranta, della Lega, e il presidente della commissione territorio Guglielmo Santella, di L’Aquila futura, e ancora la consigliera comunale di L’Aquila coraggiosa, Simona Giannangeli, per Legambiente Mattia Lolli, per la Cgil Francesco Marrelli, l’ingegnere Claudio Panone. Assente invece il consigliere della Lega, e paganichese, Daniele Ferella.

L’assessore Taranta è stato duramente contestato visto che da una parte ha ribadito la contrarietà del Comune all’opera, dall’altro, visti che i ricorsi al Tar sono stati respinti, ha considerato opportuno confrontarsi con la Snam per la mitigazione dell’impatto ambientale dell’opera, e sulla consistenza dei ristori. Pizzolla, nel replicare a Taranta, ha ricordato che “il Comune di Sulmona farà ricorso al Consiglio di Stato, e invito il Comune dell’Aquila a fare altrettanto. Inoltre si può chiedere la revisione della Via, e delle distanze minime, e lo si può fare per legge in Parlamento, si può chiedere una analisi costi e benefici, studio non è stato mai fatto. Dunque non è detto che occorre rassegnarsi e scendere a patti”.

Il consigliere regionale Pietrucci ha parlato di “un’opera non più attuale e di retroguardia, antistorica, dai costi enormi. Il centrosinistra alla Regione non ha mai dato parere positivo, ha messo sempre i bastoni tra le ruote, per imporre di studiare un percorso alternativo, perché quello attuale non ha senso. Non dobbiamo dire che tanto l’opera si farà, e dunque meglio trattare e rassegnarsi. E’ arrivato il momento delle scelte, occorre dire da che parte stare, e in primis lo deve dire il Comune e la Regione, con atti concreti e conseguenti. Occorre una mobilitazione generale”.
Ha aggiunto la senatrice Di Girolamo: “occorre fare fronte comune con le altre regioni attraversate da questa sciagurata opera, inutile e dannosa, dire a basta a chi nel governo stende il tappeto alle grandi compagnie dei combustibili fossili, che rappresentano il passato”.
Mattia  Lolli ha ricordato che il tema vero è che le rinnovabili sono sempre più competitive, a Taranto è entrato in funzione un grande parco eolico off shore che produce energia pulita e inesauribile, che crea lavoro e indotto, mentre all’Abruzzo aquilano propongono il passato, dall’enorme impatto ambientale, ovvero un metanodotto antistorico, di fatto imposto dalle multinazionali del fossile, con i cittadini che dovrebbero tacere e andare con il cappello in mano a chiedere qualche spicciolo”.

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