Con le varianti ormai da tempo in circolo anche in Italia e i contagi che non accennano a calare, da domenica quasi metà del Paese rischia di finire in arancione, con l’Abruzzo che sembra invece destinato addirittura in zona rossa. La certificazione arriverà però soltanto con la pubblicazione dei nuovi dati del monitoraggio, mentre il nuovo esecutivo guidato da Mario Draghi è già al lavoro per ‘snellire’ il Comitato Tecnico Scientifico e creare una cabina di regia dei ministri che tenga conto non solo dell’aspetto normativo dei provvedimenti ma, contestualmente, anche di quello economico per evitare un nuovo “caso sci”. Sul tavolo anche le nuove misure che dovranno essere prese già dalla prossima settimana quando scadrà il decreto che vieta lo spostamento tra regioni, già prorogato una prima volta proprio fino al 25 febbraio. L’attesa è tutta rivolta dunque a venerdì prossimo quando saranno pubblicati i nuovi dati del monitoraggio dell’Istituto Superiore di Sanità . Le regioni più a rischio sono Lombardia (dove da oggi quattro comuni sono in lockdown), Emilia-Romagna, Lazio, Piemonte, Friuli Venezia Giulia e Marche. La situazione più delicata è quella dell’Abruzzo dove ci sono già due province in zona rossa, quelle di Pescara e Chieti. Da venerdì, però, c’è il serio rischio che l’intera regione sfori l’indice Rt 1.25 (il limite per passare in rosso), anche a fronte del record di ricoverati degli ultimi due mesi registrato oggi. Nel giorno in cui il bollettino fa registrare 12.074 nuovi casi, 369 vittime e un tasso di positività del 4,1%, a preoccupare non sono solo i dati sui nuovi ricoverati, in aumento, ma anche la diffusione delle varianti che, stando alle parole degli scienziati, andrebbero immediatamente isolate. Ieri, per esempio, a Napoli è stato rintracciato un ceppo molto raro del virus (appena 100 casi nel mondo), comparso per la prima volta in Italia. Oggi è stata la Basilicata ad individuare la variante inglese – già diffusa in Lombardia e in altre regioni – mentre in Toscana ci sarebbe un caso di variante brasiliana, così come accertato già in Veneto. La cabina avrà il compito di predisporre i provvedimenti pensando allo stesso tempo al tema economico. Per ogni chiusura dovranno essere predisposti immediati ristori. Da decidere ancora quale strumento utilizzare, se il più volte ‘contestato’ Dpcm (quello oggi in vigore scade il 5 marzo) o il più ‘tradizionale’ decreto, come quello che vieta lo spostamento tra le regioni la cui efficacia cesserà giovedì prossimo. Un provvedimento che, quasi certamente, sarà prorogato.