SULMONA – Finora sono stati sul fronte a servire il paese ma ora sono pronti a combattere una “guerra” diversa, fatta di carte bollate, avvocati e tribunali. C’è anche una sulmonese tra i dieci militari riservisti che hanno chiamato in causa il Tribunale amministrativo perchè sono rimasti fuori dal posto di lavoro. Si tratta di uomini e donne in divisa, proprio come la sulmonese che hanno intentato l’azione legale, che sono stati impegnati – per diverso tempo – in missioni importanti, da quelle estere con l’Onu alle “Strade sicure”, ma sempre con contratti a tempo determinato. Ora, dal 30 dicembre 2023 e compiuti i 45 anni di età, sono virtualmente fuori. “In questi anni abbiamo costruito famiglia, acceso mutui, mantenuto i figli potendo contare su un lavoro continuo. Oggi non è più così e temiamo il peggio: abbiamo paura”- commenta la donna che ha deciso di andare fino in fondo. Nel ricorso – presentato alla Sezione Prima Bis del Tar e con udienza fissata il 17 gennaio 2024 a Roma, il gruppo riservista chiede di «riconoscere in via principale per ciascuno dei ricorrenti lo status di pubblico impiego dipendente equiparato a quello dei graduati in servizio permanente effettivo e comunque a quello di pubblico dipendente militare appartenente all’ Esercito Italiano ( c.d. “ stabilizzazione”) con conseguente diritto al riconoscimento all’assunzione presso l’A.D (Amministrazione Difesa). quali lavoratori a tempo indeterminato ed immissione nei ruoli dei graduati di truppa in servizio permanente effettivo».