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Soldiers and military vehicles secure via dei Fori Imperiali, near the Coliseum, in Rome, Italy, today, Wedesday, 12 Aprile 2017. In view of Easter security control has been intensified in consideration too of the increased flow of tourists. ANSA/MASSIMO PERCOSSI

SULMONA – Finora sono stati sul fronte a servire il paese ma ora sono pronti a combattere una “guerra” diversa, fatta di carte bollate, avvocati e tribunali. C’è anche una sulmonese tra i dieci militari riservisti che hanno chiamato in causa il Tribunale amministrativo perchè sono rimasti fuori dal posto di lavoro. Si tratta di uomini e donne in divisa, proprio come la sulmonese che hanno intentato l’azione legale, che sono stati impegnati – per diverso tempo – in missioni importanti, da quelle estere con l’Onu alle “Strade sicure”, ma sempre con contratti a tempo determinato. Ora, dal 30 dicembre 2023 e compiuti i 45 anni di età, sono virtualmente fuori. “In questi anni abbiamo costruito famiglia, acceso mutui, mantenuto i figli potendo contare su un lavoro continuo. Oggi non è più così e temiamo il peggio: abbiamo paura”- commenta la donna che ha deciso di andare fino in fondo. Nel ricorso – presentato alla Sezione Prima Bis del Tar e con udienza fissata il 17 gennaio 2024 a Roma, il gruppo riservista chiede di «riconoscere in via principale per ciascuno dei ricorrenti lo status di pubblico impiego dipendente equiparato a quello dei graduati in servizio permanente effettivo e comunque a quello di pubblico dipendente militare appartenente all’ Esercito Italiano ( c.d. “ stabilizzazione”) con conseguente diritto al riconoscimento all’assunzione presso l’A.D (Amministrazione Difesa). quali lavoratori a tempo indeterminato ed immissione nei ruoli dei graduati di truppa in servizio permanente effettivo».

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