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Non doversi procedere per intervenuta prescrizione. Con questa formula i giudici della Corte d’Appello dell’Aquila hanno prosciolto un imprenditore di 54 anni, P.S. finito sotto processo per omicidio colposo, in qualità di amministratore della società che gestiva nel 2016 la casa di riposo in Valle Subequana dove, nel novembre di quell’anno, uno degli ospiti, Sauro Fasciani, precipitò dal terrazzo posto al secondo piano, morendo qualche giorno dopo. Secondo l’accusa l’anziano, per la sua patologia, non avrebbe potuto essere ospitato in quella struttura ma in una residenza sanitaria assistita. Una tesi che i magistrati avevamo fondato su una relazione dei carabinieri del Nas che, nell’immediatezza dei fatti, fecero apposito sopralluogo. E ancora perché, sostiene l’accusa, l’anziano avrebbe dovuto alloggiare in una stanza al pian terreno, debitamente protetta da sbarre. La Corte d’Appello ha riformato la sentenza di condanna a tre anni e tre mesi di reclusione, inflitta dal Tribunale di Sulmona nel 2022, dichiarando la prescrizione. “Non soddisfa l’esito perchè siamo convinti della assolutà estraneità del mio assistito. Aspetteremo le motivazioni che hanno indotto la Corte a dichiarare il reato prescritto, anzichè assolvere nel merito”- ha commentano l’avvocato difensore, Alessandro Scelli.

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