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ROMA – Se si è trattato o meno un cocktail di farmaci a provocare il malore e il decesso è ancora da chiarire. Fatto sta che si allarga l’inchiesta sulla morte di Alessia Puglielli, 40 enne originaria di Sulmona, deceduta lo scorso sabato nel policlinico Gemelli della capitale. La Procura della Repubblica competente territorialmente, che ha aperto un fascicolo contro ignoti, ha delegato la polizia giudiziaria sulmonese per acquisire la deposizione dei testi, ovvero di tutte le persone informate sui fatti. La lente della giustizia allarga così il suo raggio investigativo. Nelle prossime 48 ore presso gli uffici del Commissariato Ps di Sulmona che agiscono in sub delega, si procederà ad ascoltare quanti, in città o sul territorio, sono in grado di fornire elementi utili agli inquirenti, soprattutto per fare luce e ricostruire gli ultimi mesi di vita della 40 enne, a quanto pare segnati da alcune richieste d’aiuto che la stessa avrebbe inoltrato ad alcune figure professionali. Alla base ci sarebbe il difficile rapporto di coppia con il compagno musicista, stando almeno alle prime informazioni trapelate, raccolte pure da alcuni amici e professionisti disposti a parlare davanti agli inquirenti come hanno fatto sapere in nottata. Dallo scorso febbraio Alessia aveva mutato il suo stile di vita, allentando man mano i rapporti con i suoi amici sulmonesi e trasferendosi da Montesilvano, dove lavorava in una palestra, a Roma. Poi il malore del 4 luglio e il successivo ricovero nell’ospedale romano, dove purtroppo, è deceduta a seguito di alcuni arresti cardiaci. Da chiarire le cause che hanno innescato il malore. Potrebbe essere stato un gesto volontario come ipotizzato ma pure un accumulo di stress dovuto alla complicata situazione da gestire. Non può escludersi, poiché al vaglio degli investigatori, l’eventuale imperizia dei medici capitolini nella gestione della paziente dal momento che l’autopsia disposta si svolgerà presso l’università della Sapienza, ovvero in un luogo neutro o comunque diverso dove la giovane è deceduta. Qualcosa in più potrà dire l’esito dell’autopsia ma anche l’indagine trasversale poiché da Roma si allarga a Sulmona dove Alessia è cresciuta e aveva parenti e amici in grado, secondo i magistrati, di fornire dettagli utili per cercare la verità.

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