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PETTORANO SUL GIZIO – I segni trovati sul collo della vittima e provocati dai cavi del telefono sono compatibili con un gesto autolesionistico. È giunto a questa conclusione l’anatomopatologo, Ildo Polidoro, che con la sua perizia ha escluso terze responsabilità o comunque sospetti in ordine alla morte di un operaio di 56 anni, di origine kosovara, a Pettorano sul Gizio. La tragica vicenda risale all’ottobre del 2021. La Procura della Repubblica di Sulmona aveva iscritto due persone sul registro degli indagati con l’ipotesi di reato di omicidio colposo. Si tratta di due congiunti dell’uomo, figlio e nuora, che la notte della tragedia si trovavano nell’abitazione e avevano scoperto il cadavere. Da lì l’intervento sul posto dei Carabinieri della compagnia di Castel Di Sangro e della Procura che aprì l’inchiesta, prima contro ignoti e poi con l’iscrizione come atto dovuto. La vicenda giudiziaria si è chiusa con l’archiviazione del giudice delle indagini preliminari alla luce della perizia del medico legale che ha escluso la morte violenta. Sul corpo senza vita dell’operaio non erano stati rinvenuti segni di violenza, nè sulle unghie frammenti di pelle o altri residui che potessero far pensare ad una colluttazione precedente il decesso. Unici segni visibili restano quelli sul collo, rinvenuti fin dal primo momento del ritrovamento del cadavere dell’uomo, provocati da un cavo del telefono. Ma quei segni, per il perito, sono compatibili con un gesto volontario. Da qui la chiusura del procedimento sul piano penale con i due familiari che sono stati scagionati. Una vicenda che aveva provocato dolore sul dolore.

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