Da Teresa Nannarone riceviamo e pubblichiamo
“La sentenza della Corte di Cassazione segna un principio importante anche da un punto di vista politico: un territorio già gravato da presenze di appartenenti ad associazioni mafiose merita una valutazione puntuale. Questo il principio a cui attenersi per il futuro, e questo è esattamente quello che avevo sottolineato isntervenendo sulla vicenda sotto il profilo politico, oltre alla NECESSITÀ per la popolazione di essere messa a conoscenza di tali presenze e del loro vissuto . Questo perché è dovere di tutti a mio avviso preoccuparsi di quello che succede in città: dal dilagare della droga alla disperazione economica, perché questi fenomeni sono strettamente connessi alla presenza delle mafie come ci insegna la storia di altre realtà geograficamente distanti da quelle del Sud ma pesantemente infiltrate (basta leggere gli studi di Confindustria Lombardia sulla diminuzione del PIL a causa delle infiltrazioni mafiose). Così come a mio avviso sarebbe utile che quante più persone possibili approfondissero questi argomenti per evitare che episodi simili possano continuare ad accadere sulle nostre teste e a nostra insaputa. Ritengo altresì che il dovere della politica sia non porre limiti ai propri doveri perché è compito ineludibile proteggere un territorio e i suoi giovani . Per questo, certa di non sbagliarmi sul pericolo della semilibertà di Leonardo Ciaccio, ho voluto dirlo anche se sola, nel silenzio di partiti e movimenti, seguendo il monito di Falcone e Borsellino che hanno richiamato tutto al dovere dell’antimafia. E più di tutti i politici perché se l’antimafia la magistratura e forze dell’ordine e’ oggetto del loro lavoro, per i politici non può che essere imperativo etico soprattutto in un territorio così fragile. Diversamente in cosa si sostanzierebbe la loro azione ? Nel girarsi da un’altra parte ?