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SULMONA – In casa non aveva armi come sospettavano le forze dell’ordine ma solo “droga datata” che lui non sapeva di custodire nel controsoffitto di quella abitazione dove si trovava in quel momento. Per M.B., 34 enne già noto alle forze dell’ordine, è arrivata ieri la sentenza di assoluzione pronunciata dal giudice monocratico del Tribunale di Sulmona, Francesca Pinacchio. Per il Tribunale risulta insufficiente o contraddittoria la prova che il fatto sussiste. Ma andiamo con ordine. I fatti risalgono al 27 aprile 2018, ovvero al famigerato blitz in una frazione di Introdacqua. I Carabinieri della compagnia di Sulmona effettuarono una perquisizione nell’abitazione dove si trovava l’imputato per sospetto possesso di armi illegalmente detenute. Il blit riguardò anche altri soggetti. Durante le operazioni non venivano rinvenute armi, ma sostanza stupefacente. Nel senso che il giovane consegnò spontaneamente ai militari un barattolo di vetro con al suo interno 3,8 grammi di marijuana, una bustina di cellophane trasparente con 1,1 grammi della stessa sostanza mentre fu rinvenuto in un vano del soffitto un panetto di 93 grammi di colore marrone scuro, verosimilmente hashish. Da qui la denuncia per detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Nel corso del processo si è appreso che quella sostanza “imboscata” nel controsoffitto era essenzialmente secca viste le analisi effettuate dall’Arta. I 93 grammi iniziali si sono quindi ridotti a 3 probabilmente perchè quel panetto era stato posizionato molto tempo addietro nell’abitazione dove l’imputato non viveva stabilmente e dove avevano vissuto altri soggetti in passato. Il resto, stando ai certificati prodotti dal Sert, fa riferimento all’uso personale. Il castello accusatorio, nonostante i 2 anni e 8 mesi di condanna chiesti dalla Procura, è stato di fatto destituito con l’assoluzione del giovane per insufficienza delle risultanze probatorie, ovvero il fatto non sussiste. Il 34 enne è stato difeso in giudizio dall’avvocato Silvia Iafolla.

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