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SULMONA – Era finito sotto processo con l’accusa di truffa e sostituzione di persona e per queste ipotesi di reato era stato sospeso del servizio. Ora, grazie alla sentenza pronunciata dal giudice del Tribunale di Sulmona, può chiedere di essere reintegrato. Protagonista della vicenda giudiziaria è un appuntato dell’arma dei Carabinieri, E.P. di 53 anni, assolto per insufficienza delle risultanze probatorie, ovvero perchè il fatto non sussiste. I fatti risalgono al biennio 2017-2018 quando l’uomo in divisa, secondo il castello accusatorio, si era sostituito illegittimamente ad un avvocato, utilizzando il nome dello stesso per curare una pratica tributaria, facendosi consegnare da un imprenditore del posto la somma di 11 mila euro, incassata tramite otto assegni bancari. Un meccanismo che, sempre secondo l’accusa, avrebbe indotto in errore la persona offesa dal momento che l’appuntato, pur non essendo collaboratore dell’avvocato, spendeva abusivamente il suo nome e utilizzava la firma apocrifa. Nel corso del processo l’accusa della truffa è caduta con remissione di querela mentre quella di sostituzione di persona si è rilevata infondata dal momento che l’imputato si era solo adoperato come mediatore tra due figure professionali senza sostituirsi all’avvocato nè apporre alcuna firma dal momento che nessuna emersa prova è emersa al riguardo. Per questo il giudice ha assolto l’appuntato, difeso dall’avvocato, Alessandro Margiotta. Il militare, in servizio fuori regione, che erano stato sospeso nelle more della definizione del procedimento penale, potrà chiedere di essere riammesso regolarmente.

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