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SULMONA. Il controllo analogo del Cogesa richiama gli esperti dopo la relazione choc dell’amministratore unico, Nicola Sposetti. Per i sindaci, che ieri si sono riuniti nella sede della partecipata peligna, restano non pochi dubbi sul fatto che il piano di risanamento approvato  dal Tribunale si possa attuare così come concordato, ovvero nei prossimi cinque anni. Per questo ieri è arrivato il “fermi tutti”. Gli advisor e i revisori sono stati chiamati a rapporto al fine di capire come superare gli ostacoli e correggere il tiro. “Il problema riguarda proprio la reale attuazione del piano. Per questo sull’autorizzazione a portare in assemblea il bilancio previsionale ci siamo fermati”- afferma il sindaco di Pratola Peligna, Antonella Di Nino. Lo stesso Sposetti, nella sua relazione, aveva evidenziato cge “appare di tutta evidenza la necessità di effettuare congiuntamente, attente e ponderate valutazioni sugli aspetti di criticità significativa, al fine di avere contezza circa l’effettiva sostenibilità del piano di risanamento aziendale”. Il piano approvato dal Tribunale finora è stato approvato solo in parte perché, nel frattempo, sono subentrati ostacoli nel percorso di risanamento. Degli 8 milioni di euro di crediti da recuperare, finora, in cinque mesi, ne sono stati incassati 2,4. Una parte – consistente – di questi (circa 2 milioni) è appesa ad una causa con Asm che si discuterà a fine settembre. E poi c’è il nodo delle vertenze sindacali: 53 cause di lavoro per un contenzioso complessivo di 600 mila euro. Senza investimenti, infine, non c’è vita per la discarica: l’impianto rischia di fermarsi nel 2028 o al massimo nel 2033 con investimenti adeguati.

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