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SULMONA – La Asl dell’Aquila lo ha contattato per l’inoculazione della prima dose del vaccino anti Covid ma il “treno” del Pfizer era già passato. E’ accaduto a un 70 enne di Sulmona, categoria fragile, che ieri si è recato nel centro vaccinale dell’Incoronata per chiedere di essere reinserito nell’elenco della vaccinazione. Una svista materiale da parte del sistema di gestione delle chiamate, che fa capo alla sede centrale aquilana e  che fa il paio però con le criticità segnalate in questi giorni. L’uomo è stato contattato dalla Asl il 6 aprile scorso per presentarsi all’ambulatorio dell’Incoronata il giorno 5 aprile. Una convocazione retroattiva che ha lasciato a bocca aperta l’utente in questione che ha preso contatti con gli operatori per un nuovo appuntamento con la fatidica prima dose. Il caso non sorprende gli addetti ai lavori dal momento che altre segnalazioni della stessa portata sarebbero arrivate nel corso della campagna vaccinale in atto. Effettivamente non c’è da stupirsi se si pensa che il sistema deve fare i conti con la carenza di organico a vari livelli e con gli operatori ormai stremati perché da un anno sul fronte. L’utente sarà in ogni caso ricontattato perché, dalla sede centrale a quella sulmonese, si sta facendo il possibile per ridurre al minimo i disagi e per venire incontro alle esigenze degli utenti. Nonostante la fornitura sempre incerta dei vaccini,  i numeri della vaccinazione nell’area peligno-sangrina stanno crescendo. Per la giornata di oggi 8 aprile sono state programmate 254 dosi da inoculare a Sulmona, 135 con il team mobile di Scanno, 115 a Pratola Peligna e altre 115 tra le case di riposo della Valle Peligna e Alto Sangro. Per un totale di 619 dosi. Non uno scherzo insomma anche se, con fornitura più corpose, si potrebbe fare ancora di più. Intanto si attende l’avvio della campagna di vaccinazione a domicilio. Tutto sarebbe pronto. All’appello mancano solo le borse per conservare le dosi ormai in dirittura d’arrivo.

Andrea D’Aurelio

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